Volemus vaccinum!

Quella per il vaccino anti-Covid si configura sempre di più come una lotta a chi arriverà per primo e ne riceverà di più.
Arrivare primi al vaccino potrebbe diventare una nuova moneta di potere geopolitico, come lo sono ora il petrolio e le armi nucleari.
I governi vi faranno affidamento per rilanciare le loro economie e garantire la stabilità politica.
Attualmente sono 11 i vaccini candidati alla fase 3 degli studi clinici, ossia che hanno iniziato i test sull’uomo su larga scala, per valutare efficacia e sicurezza.

Stati Uniti e Cina, con 4 vaccini ciascuna, guidano la classifica mondiale, ma anche l’Europa si trova in una posizione avvantaggiata.
E’ iniziata la lotta a chi può sfornare il vaccino migliore!
Il mio vaccino e’ sicuro al 95%.
Il mio al 94,5 %.
E il mio al 95%.

Chi ne uscirà vincente?
Se non fosse che stiamo parlando della pandemia ci sarebbe da ridere: la sequenza di annunci delle grandi aziende farmaceutiche sembra scritta da Castellani e Pipolo.
Una settimana fa la Pfizer ha dichiarato al mondo di avere un vaccino efficace nel 90% dei casi, pronto per il mercato, con un unico difetto, bisogna conservarlo in frigoriferi speciali, con temperature al di sotto dei 70-80 gradi centigradi.
Due giorni dopo Moderna annunciava di avere un vaccino efficace al 94,5% di casi, che può essere conservato non in frigoriferi speciali, ma normali.

Quindi?
Due giorni dopo ancora Pfizer si corregge e ci informa che il suo vaccino è sicuro al 95%.
Stiamo aspettando di sapere dove va conservato, speriamo non al sole del Sahara.
A parte le battute, speriamo veramente che non dobbiamo aspettare l’ennesimo annuncio di una prossima casa farmaceutica che magari ci dirà che il suo vaccino è sicuro al 99,9 %.
E’ da ingenui pensare che sia solo questione di tempo?
Si sta assistendo, ahimè impotenti, alla corsa dei colossi del farmaco verso gli altari della beatificazione.
Ovvio che chi si aggiudicherà la gara verrà riconosciuto come il più bravo, il più efficiente, in buona sostanza il “salvatore delle nostre vite.”

Osanna nell’alto del placebo.
Legittimo e naturale immaginare che dietro tanta bravura e tanta efficacia si nascondano anche affari economici giganteschi.
D’altronde, se salvi il mondo, mica lo si puo’ fare gratis.
Certo lascia un po’ perplesso il fatto che Albert Bourla, il gran capo della Pfizer, all’indomani dell’annuncio sull’efficacia del vaccino abbia venduto 132 mila azioni del gruppo, incassando la bellezza di 56 milioni di dollari, poco meno di 5 milioni di euro.
Ma la nostra paura fa 90, quella del vaccino di piu’.
Ci sono poi ancora 212 vaccini in fase di studio, di cui 48 giunti alla sperimentazione clinica, e 11 alla fase finale, quindi aspettiamoci che gli annunci si moltiplicheranno.
Credo che sarebbe comunque auspicabile, e che ci piacerebbe che in questa situazione, l’Europa alzasse la testa di fronte allo strapotere di Big pharma, e non si facesse mettere nell’angolo.

E’ di questi giorni la notizia che si va avanti con il vaccino Pfizer, stop invece al rivale Astrazemeca.
Il commissario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, ha ribadito il via alla distribuzione del vaccino targato Pfizer entro gennaio 2021 per 1,7 milioni di italiani.
“Sara’ la più grande campagna di vaccinazione di massa” ha detto, nelle stesse ore l’amministratore delegato di di Astrazeneca ha fatto sapere che il vaccino anti-Covid, elaborato dall’Università di Oxford richiede studi supplementari.

Auguriamoci che il ministro della salute, Speranza, illustri adeguatamente in Parlamento. già nel corso della prossima settimana, i tratti salienti della campagna di vaccinazione.
Il tema è, e resta assai complesso: mi verrebbe da dire che “la paura fa 90 e il vaccino 95!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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