JOHN MECLAUGHLIN
Chi era quel chitarrista inglese seduto accanto al musicista spagnolo, Paco de Lucia e ad un’altro chitarrista che all’epoca non conoscevo ancora e che suonava la sua chitarra acustica Ovation a una velocità tale che riuscivi a malapena a distinguere le note che stava suonando?”
Le sue dita percorrevano la tastiera del manico a una velocità vertiginosa, ma il suono sembrava andare ancora più veloce. Succede in ogni sua registrazione video, se guardi con attenzione, se suoni la chitarra o almeno ci provi. Si chiamava “The Guitar Trio” ed ebbe un tale successo che fu organizzato di nuovo diversi anni dopo, includendo le uscite di album e tournée Internazionali. Accanto al genio andaluso Paco de Lucia – uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi – suonava Al Di Meola – una figura eccezionale della scena Jazz-Rock – e l’inglese John Mclaughlin, un virtuoso difficilmente classificabile che mi fa chiedere ogni volta che lo vedo, e soprattutto, ogni volta che ascolto il suo fraseggio vertiginoso, se è possibile suonare più veloce della velocità del suono.
Sono convinto, senz’ombra di dubbio, che questo musicista di talento debba essere ossessionato dai limiti che possono essere raggiunti con una chitarra. “È molto veloce”, è la prima cosa che disse di Paco de Lucia nelle interviste in cui gli si chiedeva della sua esperienza di suonare insieme. E Paco de Lucia suonava con le dita e non con un plettro come lui, uno strumento che aiuta per quanto riguarda la velocità, come ben saprà lo stesso Mclaughlin. Forse per quell’ossessione per la velocità in seguito si unì a musicisti indiani con cui, potremmo dire, mantenne inseguimenti sonori in infiniti dialoghi a velocità siderali con diversi strumenti: chitarra e tabla (tamburo indiano), chitarra e sitar o chitarra e violino, in gruppi la Mahavishnu Orchestra e, soprattutto Shakti.

John Mclaughlin è nato nel gennaio 1942 a Doncaster, nel Regno Unito. Sua madre era violinista da concerto  e fin da giovanissimo visse circondato dalla musica, studiando violino e pianoforte. Ma all’età di undici anni s’interessò alla chitarra e da allora fece suo questo strumento, con il quale è diventato quasi una cosa sola. La sua musica è una fusione di Musica Jazz, Musica  classica, Musica  Rock, Musica indiana e Flamenco…
Nei primi anni ’60 si trasferisce a Londra nello Yorkshire e lì prese parte a diversi gruppi rock. La registrazione più rilevante è l’album Extrapolation (1969) in cui utilizzò una Gibson con cassa armonica, modello L 4,  con pickup Charlie Christian. Quello stesso anno di trasferì negli Stati Uniti dove prima si unì al gruppo del Tony Williams Lifetime, e poi si fece conoscere a livello internazionale grazie alle registrazioni con Miles Davis negli album In a Silent Way, Biches Brew – un disco che può essere considerato il fondamento del Jazz-Rock, con un milione di copie vendute e il primo in cui gli strumenti elettrici vennero utilizzati da musicisti jazz, cui partecipò anche il brillante pianista Chick Corea,  così come Joe Zawinul e Wayne Shorter al sax, tra altri musicisti che sono già nella storia – On the Corner e Big Fun. È l’età d’oro del Jazz-Rock e Meclaughin diventa uno dei suoi rappresentanti più virtuosi e riconosciuti, muovendo il suo plettro, in questi lavori con Miles Davis, in modo sempre più veloce sulle corde di una Gibson Hummingbird, una Fender Mustang e, soprattutto, una Gibson Les Paul Custom nera del ’58 che lo stesso Mclaughlin disse: “Le ho noleggiato perché entrambe le band [Lifetime  e Miles Davis] stavano suonando sempre più forte e la Hummingbird iniziava ad avere un problema a causa del Feedback. Quella Les Paulwra uno strumento eccellente“.
Nel decennio seguente, John Mclaughlin si trasforma in Mahavishnu John Mclaughlin, battezzato così dal suo Maestro spirituale il bengalese Sri Chinmoy (scrittore e musicista, emigrato a New York). Oltre alla conversione all’induismo, prima costituì la leggendaria band Jazz-Rock  Mahavishnu Orchestra, insieme al virtuoso batterista Billy Cobham  – che aveva conosciuto registrando con Miles Davis, Rick Laird al basso elettrico e acustico,  Jon Hammer al piano e Jerry Goodman, fino ad allora leader del gruppo The Flock, al violino.
Registrarono alcuni album prestigiosi come “Birds of Fire (del 1972)” o quel favolos” Live Show al Central Park in New York nel 1973″ dal titolo “Between Nothingness and Eternity“. I rapidi dialoghi tra il violino elettrificato, la batteria di Cobham e la chitarra di Mclaughlin erano brutali. Le sue chitarre in quell’epoca era una Gibson EDS 1275 a doppio manico, 6 e 1w corde,  – “una chitarra da sogno ” – ma anche una Les Paul Junior degli anni ’60 e, soprattutto un’altra chitarra a doppio manico costruita nel 1974 dal liutaio californiano Rex Bogue basata su Ibanez Artwood con humbucker Gibson, ma modificata come tutta l’elettronica dallo stesso Bogue. Mclaughlin batezzò quella chitarra con il nome “The Double Raimbow“, (doppio arcobaleno) ed è uno strumento che ha usato molto fino ad oggi. Durante quegli anni con la Mahavishnu, suonò molto anche quella che definì “La mia prima chitarra sintetizzata“, una Gibson Les modificata , “un autentico elefante, ma funzionava!“.
Tra il 1975 e il 1978 si unisce il violinista indiano L. Shankar, al famoso percussionista di tabla Zakir Hussain, considerato il miglior interprete al mondo di questo strumento -, a Ramnad Ranghavan e ‘Vikku” Vineyakram, due percussionisti e tutti originari dell’India, per formare Shakti, un gruppo che, nonostante la breve vita che ebbe e con cui incise solo tre album, di cui uno dal vivo (Shakti  del 1976), è un riferimento di fusione di culture – precursore di ciò che è stato definito la World-Music, secondo alcuni critici. Shakti era un gruppo acustico assai speciale e Mclaughlin volle una chitarra acustica capace di adattarsi a quella musica, con ulteriori sette corde installate sul corpo della chitarra, insieme alle sei standards. Nel primo album Mark Whitebook costruttore di chitarre fatte a mano (l’artigianato del liutaio) per musicisti del calibro di James Taylor, che lo contatta per fabbricargli la chitarra speciale che stava cercando.
Whitebook, malato di asma, dovette smettere di lavorare e fu Abraham Wechter, a quel tempo impiegato dalla Gibson, fu lui che finalmente costruì la chitarra che Mclaughlin chiamò “La chitarra Shakti“. È solo dopo l’esperienza do Shakti quando si unisce al The Guitar Trio, accennato all’inizio di questo articolo, è che vede insieme i chitarristi Al Di Meola – che aveva sostituito  l’altrettanto grande Larry Coryell membro originario del trio – e Paco de Lucia, insieme registrarono uno storico album dal vivo, Frida Night in San Francisco (del 1981).
I due Owation di Mclaughlin e di Al Di Meola suonarono insieme alla potente chitarra flamena di Paco de Lucia, costruita dai fratelli Hermanos Conde nella vecchia bottega di via Gravina a Madrid – prima che si dividessero e diedero una serie di concerti in un tour mondiale che lasciò a bocca aperta i fortunati spettatori di quello spettacolo in cui le chitarre riuscirono a non mettere in scena uno stile definito (Jazz-Rock, Flamengo o Jazz-Classico), ma solo musica di altissima eccellenza. Si riuniranno nuovo nel 1996 per una nuova registrazione e un tour mondiale.
Tutto questo sarebbe sufficiente per una delle carriere più imperessionatine di successo nel mondo della chitarra, ma siamo solo al 1980 e Mclaughlin continua attivo ancora oggi,  nel 2018. The JM Trio (1993-1995), ancora una volta The Guitar Trio (1996), The Heart of Things (1997), Remember Shakti (1998-2003), un ritorno da apoteosi con dischi tipo Santurday Night in Bombay (2001),  progetti orchestrali educativi fra il 2003-2005, 3 il suo progetto 4th Dimension del 2006 con cui suonò un paio di anni fa a Madrid e Barcellona, senza che i suoi 74 anni d’età (all’epoca) si facessero notare nell’incredibile velocità delle sue note tirate fuori da una chitarra Godin Freeway SA sintetizzata.
Sembrerebbe che questo portentoso chitarrista non abbia ancora finito la sua incessante ricerca tra gli stili musicali e sempre più esigente per quanto riguarda il virtuosismo, e musiche diverse in cui tuttavia le sue frasi veloci, nervoso, suonano sempre come lui stesso, come succede  con i grandi musicisti, suonando così velocemente da – eliminare – il – silenzio – fra – una – nota – e – l’altra, per raggiungere l’assolo di chitarra più veloce che si possa immaginare. Ascoltare certamente, perché per farcela, dovrebbe essere più veloce della stessa velocità del suono”. (Più veloce del suono, di Mario Benito – tratto dl sito oneline – Guiter Exchange)”.
John Mclaughlin, il virtuoso chitarrista inglese, alla veneranda età di 81 anni, suona ancora facendo concerti e registrazioni fonografiche.
A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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