Il 22 agosto, a Rimini, come ogni anno si è aperto il 44mo meeting di Comunione e Liberazione, con il discorso inaugurale di Sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi.

Si ricorda, per la cronaca, che Comunione e Liberazione, nasce nel 1954 quale movimento cattolico per merito di Don Luigi Giussani, dopo aver lasciato il Magistero presso il Seminario di Venegono, con il nome di “Gioventù Studentesca”, diffondendosi rapidamente nell’area milanese e in Romagna.

Ma in questa occasione qualcosa si è verificato provocando un’ombra sulla moralità di certi adepti dell’Istituzione, proprio su quelli a cui vengono affidati i nostri figli o nipoti per riunioni preparatorie alla fede e ritiri spirituali. Riunioni in cui invece ragazzine e ragazzini diventano oggetto della loro perversione sessuale che viene giustificata come “atto d’amore” in cui i minori sono più che consenzienti.

La sinistra, tanto prodiga a “crocifiggere” il Generale Roberto Vannacci, per aver pubblicato un libro “Il mondo al contrario”, contrastante a  tanto amato “programma gender” al punto di chiederne le dimissioni immediate, minimizza su quanto concerne Comunione e Liberazione, anzi sembra nascondere i fatti sotto la sabbia

Quando certi “fatti” – ripeto – toccano troppo da vicino certe storiche Istituzioni, scattano molle di difesa del tutto imprevedibili, come si evidenza in merito a quanto segue.

Quello indicato qualche giorno fa non è uno “stupro” ma un rapporto consensuale – a detta dell’insegnante di religione ed educatore reggiano, responsabile del Centro “Gioventù Studentesca” facente capo a “Comunione e Liberazione”-  consumato con una ragazzina di 14 anni nel ritiro spirituale in Rimini.

Attualmente l’insegnate è accusato di violenza sessuale e detenuto in carcere a Pordenone in attesa di essere sentito per l’interrogatorio di garanzia.

Liborio Cataliotti, L’Avvocato che lo difende, ha parlato di un rapporto consenziente tra i due e ritiene eccessiva la misura cautelare in carcere (forse dovuto al fatto che non trattasi di sua figlia) cosa che invece la Magistratura, motiva temendo il pericolo di reiterazione del reato dovuto a una “personalità” incapace di autocontrollo della libido.

L’insegnante, nell’interrogatorio preliminare, non ha smentito di aver avuto una relazione con la ragazzina, assicurando però che sarebbe stata “non carpita né con l’inganno, né abusando della sua posizione, né con costrizione”.

L’educatore è comunque stato sospeso dall’attività in Comunione e Liberazione e gli è stata revocata l’idoneità all’insegnamento.

Ma basta questo per “evitare” che i nostri figli o nipoti vengano “abusati” da tali “sporchi individui”?

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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