SOCIALCARD
Aspi, Naspi, nuovo Asdi, Dis-Coll: sono sigle che sarà bene ricordare in questo nuovo anno, soprattutto per quanti rischiano di rimanere senza lavoro o sono già disoccupati. Si tratta infatti di quelle forme di sussidio a sostegno di coloro che sono senza occupazione e fortemente penalizzazioni dal momento di forte difficoltà economica che la nostra Italia sta vivendo e che si rispecchia nei dati sempre più allarmanti sulla disoccupazione, soprattutto quella giovanile.

Le novità sui sussidi di disoccupazione rientrano in uno dei due decreti attuativi approvati al Jobs Act e che riguarda appunto la nuova Aspi, Naspi, che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo maggio, una volta terminata l’Aspi, valida per i lavoratori dipendenti privati, a tempo indeterminato e a termine, e per quelli pubblici assunti a termine.

Per richiedere la Naspi servono almeno 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni di lavoro e 18 giornate effettive di lavoro negli ultimi 12 mesi. La Naspi verrà erogata mensilmente dall’Inps, per importi massimi di 1.300 euro al mese e per un massimo di 18 mesi. Al termine della Naspi, nel caso in cui non si fosse trovata una nuova occupazione, scatterà l’Asdi, nuovo Assegno di disoccupazione per i lavoratori, che durerà sei mesi e prevederà l’erogazione di un assegno di importo pari al 75% dell’ultimo assegno Naspi.

Dal primo gennaio 2015 al 31 dicembre 2015 coloro che sono senza lavoro potranno richiedere anche il cosiddetto Dis-Coll. Si tratta di una indennità che vale per gli iscritti alla gestione separata dell’Inps, non pensionati e privi di partita Iva, per cui bisognerà aver maturato almeno 3 mesi di contributi dal primo gennaio dell’anno precedente o un mese nell’anno in cui si perde il lavoro. L’erogazione di questa indennità avrà durata di tre mesi

Non bisogna poi dimenticare la cosiddetta social card per disoccupati, sostegno che il governo offre ai tanti disoccupati italiani quest’anno. Consiste in un bonus economico erogato a tutti coloro senza lavoro, ogni due mesi e per 12 mesi. Su questa carta, un po’ come accade sulla nota social card, saranno accreditati mensilmente un importo che va da un minimo di 231 euro fino ad un massimo di 400 euro e che sarà definito sulla base del numero di persone presenti in famiglia.

Di seguito gli importi, a seconda dei nuclei familiari: per famiglie composte da 2 membri, l’importo sarà di 231 euro; per famiglie composte da 3 membri, di 281 euro; per famiglie composte da 4 membri, di 331 euro; per famiglie composte da 5 o più membri, di 404 euro mensili.

Per richiedere la Social Card Disoccupati, bisogna essere un cittadino italiano o di uno degli stati membri dell’Unione Europea; se si è cittadini extracomunitarii bisogna essere in possesso di regolare permesso di soggiorno CE residente nel comune in cui si presenta la domanda da almeno 1 anno; essere residente in una delle seguenti regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Abruzzo, Molise e Campania, o di questi comuni Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Venezia e Verona.

Bisogna inoltre avere un Isee pari o inferiori a 3.000 euro, possedere un patrimonio mobiliare inferiore a 8.000 euro, non possedere autoveicoli immatricolati nell’ultimo anno o auto superiori a 1300 cc di cilindrata immatricolato negli ultimi 3 anni; se si possiede una casa di proprietà come prima abitazione il suo valore ici/imu deve essere inferiore a 30.000 euro, e uno dei componenti del nucleo familiare deve aver perso l’occupazione negli ultimi 3 anni.

Se si è in possesso di questi requisiti, bisogna presentare un Modulo disponibile presso il proprio Comune di residenza, in uno degli Uffici di Poste Italiane Abilitati, insieme a tutta la documentazione richiesta. L’Ufficio Postale una volta ricevuta la domanda, inoltrerà il tutto all’Inps, che dopo un’attenta analisi della documentazione comunicherà al richiedente se la sua domanda è stata accolta. In caso di risposta positiva, la Social Card potrà essere ritirata presso l’Ufficio Postale di riferimento.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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