Foto Roberto Monaldo / LaPresse 20-09-2011 Roma Interni Trasmissione "Porta a Porta" Nella foto Bruno Vespa Photo Roberto Monaldo / LaPresse 20-09-2011 Rome Tv program "Porta a Porta" In the photo Bruno Vespa

L’Italia è davvero uno strano Paese. Mentre il mondo politico s’indigna per lo scoop giornalistico di Bruno Vespa che a “Porta a porta” ha intervistato il figlio di Totò Riina, con i vertici della Rai convocati dall’Antimafia, c’è chi ha aperto le porte del Senato ad un capo ultrà “sorvegliato speciale”, consentendogli di dibattere sulla sicurezza negli stadi, Daspo e tifo organizzato.

“Una vicenda che si commenta da sola: fa specie che chi è sottoposto a regime di sorveglianza non può entrare in uno stadio e poi…”. Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha commentato la presenza a Palazzo Madama del “Bocia”, capo della tifoseria atalantina al secolo Claudio Galimberti.

Al centro dell’incontro al Senato le iniziative parlamentari avviate per cambiare le norme contro la violenza negli stadi; proprio quelle che stanno tenendo lontano dalle tribune l’ultrà atalantino. Con lui in prima fila, a Roma hanno partecipato anche i delegati di altre 25 tifoserie calcistiche, oltre agli ultrà della Fortitudo Basket. Riuniti in una sala istituzionale e coordinati dal capogruppo della Lega al Senato, erano presenti rappresentanti del M5S, Pd e Sel. Un gruppo politico trasversale che non ha mancato di sollevare svariate polemiche. Ora immaginiamo che i rappresentanti del Governo si faranno scrivere le proposte sulla sicurezza negli stadi dai capi ultras ospitati in Senato.

Tra l’altro un consulente forse ce l’hanno già, il Galimberti, che con i suoi nove Daspo è sicuramente un grande esperto in materia. Dal canto loro gli ultrà, abituati forse ad altri scontri molto più fisici, non hanno fatto una piega, illustrando in Senato la loro idea di riforma della sicurezza.

Così la parola dell’atalantino è risuonata chiara a Palazzo Madama: “Siamo andati a Roma e davanti ai politici abbiamo voluto dimostrare e ribadire uniti le nostre priorità, quelle che ci sono state tolte”. Non solo. L’ultras è andato ben oltre, dibattendo sul doppio Daspo, barriere nelle curve, fumogeni e striscioni estemporanei, manifestazioni e cortei sportivi, modifica degli articoli 8 e 9 della legge n.41 del 2007, tessera del tifoso facoltativa. “Lasciateci fare i tifosi, non dividete le curve – ha ribadito il capo ultrà – lasciateci fare quello che siamo più bravi a fare con passione: tifare.

Dovete ridarci quello che ci spetta”. Tra l’altro, non è la prima volta che il Bocia finisce agli onori della cronaca fuori dalle condanne sportive e lontano dalle curve. Nei mesi scorsi si era scoperto che il volto del Cristo in Croce nella chiesa di San Giovanni XXIII, all’ospedale di Bergamo, era proprio quello di Claudio Galimberti. Tutto questo prima che il Bocia-Gesù fosse ricevuto anche in Senato.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Rainews

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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