E’ una delle parole più temute in Italia, soprattutto da chi possiede o gestisce un’azienda: parliamo della “burocrazia”.
Infatti, dal 2014 si è rafforzato in maniera spropositata il potere ispettivo dello Stato e delle strutture periferiche nei confronti delle imprese. Secondo un calcolo della Cgia, un’impresa può arrivare a subire 111 controlli da parte di 15 diversi istituti, agenzie o enti pubblici. Più o meno un controllo ogni 3 giorni.
L’area più “a rischio” è quella relativa all’ambiente e alla sicurezza nei luoghi di lavoro: è interessata da 56 possibili controlli che possono essere effettuati da 10 enti ed istituti differenti. Altro dato interessante riguarda l’indagine realizzata da Promo Pa Fondazione, che dimostra come l’81% delle imprese con meno di 50 addetti sia costretto a ricorrere a consulenti esterni per combattere contro la cattiva burocrazia.
Questa pessima burocrazia, fra le altre cose, costa qualcosa come 30 miliardi all’anno: praticamente quasi 2 punti di Pil. Una simile situazione ha costretto moltissime aziende a trascurare il proprio lavoro per dedicare gran parte del tempo alla compilazione di certificati e moduli vari. Un altro punto che andrebbe corretto nell’ottica di un rilancio autentico dell’economia italiana.