Una nuova moda, un gioco: viene presentato così, ma “Blue Whale” è ben altro e si sta diffondendo rapidamente attraverso i social causando molte vittime, tutti adolescenti.

Si tratta del “gioco del suicidio” e la puntata de “Le Iene” del 14 maggio ne ha portato alla luce alcuni retroscena davvero inquietanti, dimostrando come questo fenomeno non vada assolutamente sottovalutato. Perché “Blue Whale”? Ebbene, il riferimento è all’abitudine che ha la balena azzurra di andare a suicidarsi sulla spiaggia quando è arrivato il momento di morire. Sulla falsariga di questo fenomeno, anche i ragazzi vengono coinvolti in una spirale di gesti folli, senza via di scampo, che li cambiano profondamente mutando la loro psiche e spingendoli a togliersi la vita. Tutto comincia con una serie di sfide (50) proposte sui social da sobillatori senza scrupoli; i ragazzi devono portare a termine delle missioni, arrivando poi all’estremo e conclusivo gesto: togliersi la vita. Naturalmente, perché le “missioni del gioco” vengano portate tutte pienamente a termine, il momento del suicidio deve venire immortalato dagli amici.

Sebbene possa sembrare la trama di un film macabro, è tutto vero. La iena Matteo Viviani è andato fino in Russia per raccogliere diverse testimonianze, scoprendo che i casi di suicidio fra gli adolescenti hanno già raggiunto livelli assurdi: parliamo di 157 ragazzi di età compresa fra i 9 e i 16 anni che si sono tolti la vita solo nell’ultimo anno.

Ovviamente sono già partite le indagini ed una persona è stata recentemente arrestata: trattasi di un ragazzo 22enne studente di psicologia, ritenuto l’inventore di questo “gioco”.

Ciò che lascia ancora più atterriti sono i racconti dei parenti delle vittime, che hanno dichiarato sconvolti come tutto sembrasse normale perfino il giorno del suicidio: i ragazzi non avevano avuto nessun atteggiamento diverso dal solito. Quello che hanno ripetuto disperatamente i familiari è che il “gioco” ha cambiato i loro figli e se li è portati via: prima erano ragazzi pieni di gioia di vivere, poi qualcosa si è spezzato. Anzi, è stato spezzato.

Inoltre “Blue Whale” si sta diffondendo a macchia d’olio, ad una velocità preoccupante: dalla Russia ha raggiunto il Brasile, la Francia e l’Inghilterra. Nel nostro Paese, il caso di un ragazzo morto suicida a Livorno gettandosi dal 26° piano di un grattacielo fa temere che il “gioco” sia già arrivato anche qui.

Proprio per questo, l’appello rivolto ai genitori e agli amici (veri) è quello di prestare grande attenzione ai comportamenti dei ragazzi, controllando anche l’utilizzo che i giovani fanno del Web e dei social network.

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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