Il tumore al Pancreas è la quarta causa di morte per tumore nei Paesi occidentali, il carcinoma del pancreas ad oggi in Italia registra circa 14.300 nuove diagnosi e presenta un’aspettativa di vita estremamente esigua, se confrontata con altre patologie oncologiche. Molte le vittime illustri: dal calciatore Gianluca Vialli al fondatore di Apple Steve Jobs, da Luciano Pavarotti ad Anna Magnani.

Una delle sfide è riuscire a fare una diagnosi precoce. Il tumore del pancreas ha cause multifattoriali: uno stile di vita scorretto, alimentazione non equilibrata, agenti inquinanti, fumo, a cui si aggiunge una componente genetica nel 10% dei casi. Inoltre, sebbene si conoscano alcune di queste predisposizioni genetiche, l’assenza di marcatori predittivi o specifici nonché di sintomi facilmente riconoscibili ne ritardano la diagnosi. Attualmente la sopravvivenza a 5 anni è di appena l’8% e solo il 3% di chi si ammala riesce a sopravvivere 10 anni. In otto casi su dieci viene scoperto in stadio avanzato.

“La cura del tumore del pancreas è resa complessa da diversi fattori: la sede nascosta rispetto ad altri organi, la sua vicinanza a grosse vene e arterie, la diagnosi iniziale in stadio relativamente avanzato, la scarsa risposta alle cure . E’ necessario dunque proseguire la ricerca in ambiti innovativi”, osserva Alessandro Zerbi, responsabile della Chirurgia pancreatica all’Irccs istituto clinico Humanitas.

Oggi sappiamo che alcune categorie di persone sono più a rischio perché appartengono a famiglie dove sono presenti più casi di questa neoplasia, o perché sono portatori di mutazioni“, rileva Silvia Carrara, responsabile del programma di Ecoendoscopia dell’Istituto Clinico Humanitas, docente di Humanitas University, e presidente dell’Associazione italiana per lo studio del Pancreas, l’Aisp.

Di questa malattia esistono diverse forme e la più comune è l’adenocarcinoma, ma in tutti i casi è un nemico silenzioso, che non si manifesta con sintomi riconoscibili nella fase iniziale; sintomi più chiari compaiono quando il tumore ha cominciato a diffondersi agli organi vicini o ha bloccato i dotti biliari. Tra i segnali da non sottovalutare, riporta l’Airc, dolore alla parte alta dell’addome o della schiena, colorazione giallastra uniforme della pelle e degli occhi (ittero), perdita improvvisa di peso e appetito, cambiamento delle abitudini intestinali con feci molli e untuose, comparsa improvvisa del diabete senza fattori di rischio specifici.

Tra i fattori di rischio, invece, il fumo è considerato uno dei principali: eliminarlo aiuta a prevenire la malattia, così come possono fare molto un’alimentazione e uno stile di vita sani.

A cura di Silvia Camerini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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