Piattaforma per estrarre il petrolio

Si è riunito oggi in videoconferenza il “Gruppo di Vienna” o “Opec+”, la conferenza dei paesi produttori di petrolio che dal 2016 ha superato l’originale formato Opec includendo dieci nuovi paesi tra cui Russia, Kazakhstan e Messico. I 24 paesi, nel complesso, controllano oltre la metà della produzione mondiale di greggio e circa il 90% delle riserve note. Secondo l’agenzia Bloomberg, la riunione è durata solo 11 minuti.

Evidentemente abbastanza per concordare un’aumento della produzione di 648.000 barili al giorno sia a luglio sia ad agosto, andando dunque incontro alle richieste dei paesi occidentali di un aumento delle estrazioni superiore a quello di 432.000 barili al giorno deciso nei mesi scorsi per frenare la corsa dei prezzi. Tecnicamente, la decisione è stata quella di anticipare di due mesi l’aumento previsto per settembre e di spalmarlo in misura uguale sui mesi di luglio e agosto. Il Gruppo di Vienna tornerà a incontrarsi il 30 di questo mese.

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha espresso in una nota la soddisfazione dell’amministrazione Biden per la decisione, riconoscendo “il ruolo di Arabia Saudita come presidente di Opec+ e principale produttore nel raggiungimento di questo consenso tra i paesi membri” e “gli sforzi e i contributi positivi di Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Iraq”. Gli Stati Uniti “continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per fare fronte alla pressione dei prezzi dell’energia”.

Fonti interne all’Opec parlano di una difficoltà della Russia a mantenere stabili i livelli di produzione a seguito delle sanzioni decise dall’Unione europea. Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha tuttavia dichiarato a Rossiya 24 che la produzione petrolifera russa sta aumentando ulteriormente all’inizio di giugno rispetto ai livelli di maggio e aggiunto che è importante per Mosca continuare a cooperare con l’Opec+”.

Alla notizia dell’accordo, il prezzo del petrolio ha tuttavia continuato a salire, raggiungendo quota 117 dollari al barile: secondo gli analisti, solo Arabia Saubita ed Emirati saranno in grado di aumentare effettivamente la produzione, mentre gli altri produttori sono già al limite della loro capacità.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica
Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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