Sono giorni da alta tensione per chi indaga sulla tragica storia di Viviana Parisi e di suo figlio Gioele, finiti in circostanze ancora molto ombrose e tutt’altro che chiarite. Nelle ultime ore ha ripreso forza l’ipotesi dell’incidente d’auto, che potrebbe avere avuto conseguenze gravi per il bambino, ma oggi è il padre che – attraverso il suo avvocato – sembra togliere slancio a questa strada investigativa.

Il parabrezza era già incrinato
“Il parabrezza della Opel Corsa della moglie Viviana Parisi era già rotto prima dell’incidente avvenuto il 3 agosto nella galleria Turdi sull’autostrada A20 Messina-Palermo”. A dirlo è proprio Daniele Mondello attraverso il suo legale Pietro Venuti.

Ieri sera era circolata la voce che la lieve crepa rilevata sul parabrezza, sul lato passeggeri, dalla Polizia scientifica, fosse dovuta proprio allo scontro avuto nella galleria da Viviana con un furgone di operai, dopo un sorpasso azzardato.
Subito dopo il sinistro, Viviana aveva fatto perdere le proprie tracce con il figlio.

Secondo gli investigatori sarebbe la prova che il piccolo Gioele abbia battuto la testa sui cui sarebbero state rilevate, durante l’esame Tac prima dell’autopsia, micro tracce di sangue. Ma adesso arriva la smentita del padre di Gioele, che ci tiene a precisare che il parabrezza fosse “già lesionato” dopo “un precedente sinistro” avvenuto nei mesi scorsi.
Quindi, il parabrezza non si sarebbe rotto quel giorno della scomparsa.

L’esame sull’auto danneggiata, che si trova in un deposito della Polizia a Messina, con una ruota bucata e altri danni sul lato, è stato eseguito dalla Polizia scientifica. Da una telecamera di sorveglianza è anche emerso che il piccolo non fosse legato al seggiolino. Anche dai video postati sui social si vede sempre Gioele in piedi sul sedile posteriore, mai allacciato.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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