Il dodicesimo anniversario della strage di Viareggio è un’occasione per rinnovare la vicinanza a chi, in quella tragica notte del 29 giugno 2009, ha perso un familiare o un amico, così come chi è rimasto ferito o ha visto la propria casa distrutta. Un’opportunità per rinnovare i sentimenti di gratitudine verso l’impegno instancabile delle forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, degli operatori sanitari e dei volontari che hanno lottato con coraggio contro le fiamme, che hanno prestato i primi soccorsi, che hanno salvato vite e si sono adoperati con ogni mezzo per mettere in sicurezza i luoghi e i cittadini.

Verso mezzanotte del 29 giugno, un’esplosione improvvisa ha squarciato per sempre il cielo estivo di Viareggio. Una tragedia che non possiamo, non dobbiamo, dimenticare mai e sulla quale incombe sulle istituzioni il dovere di fare piena luce perché rendere giustizia, significa non solo accertare le responsabilità di quello sciagurato incidente ma soprattutto verificarne, chiarirne e comprenderne le reali cause e le dinamiche.

Perseguire la verità, quindi, per evitare che disastri come quelli che hanno colpito Viareggio, Genova e tanti altri luoghi in Italia si possano ripetere. Perseguire la verità, per capire come e dove intervenire al fine di sanare e migliorare e mettere in sicurezza l’intera rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, a tutela primaria dell’incolumità di ogni individuo. Perseguire la verità, sempre.

È un dovere nei confronti delle vite umane perse a Viareggio e verso le vittime di ogni disastro o incidente costato lacrime, dolore e sofferenze a tutto il Paese. La notte del 29 giugno di dodici anni fa a Viareggio un treno merci deragliò dopo aver superato la stazione ferroviaria della città. La fuoriuscita di gas provocò una terrificante esplosione e un incendio che devastò, in pochi minuti, infrastrutture e abitazioni.

Trentadue le vittime. Un evento che non può lasciare indifferenti Istituzioni e politica, su cui grava il dovere di promuovere condizioni di sicurezza sempre più avanzate nel sistema dei trasporti così come sui luoghi di lavoro. Tra i temi giudiziari da non sottovalutare nei processi sulla strage di Viareggio c’è quello della prescrizione contro cui i familiari delle vittime continuano a battersi.

I reati d’incendio e lesioni colpose gravi e gravissime sono già andati in prescrizione.

I capi d’imputazione rimasti in piedi sono il disastro ferroviario e l’omicidio colposo plurimo, perché c’è l’aggravante dell’incidente sul lavoro.

Oggi ricordiamo anche il coraggio di Carmine Magliacano, il capostazione che quella notte riuscì a salvare centinaia di vite impedendo ad altri due treni di finire tra le fiamme: la sicurezza deve essere garantita ai cittadini attraverso standard e controlli rigorosi, ma anche grazie all’assistenza professionale di figure fondamentali come il capotreno, affinché quanto successo si trasformi in monito permanente e costruttivo per il futuro dei trasporti nazionali.

Quella notte a Viareggio è successa una cosa che non doveva succedere. Dodici anni dopo, in un’altra estate “particolare”, il ricordo commosso di una grande comunità che non dimentica le trentadue vittime innocenti di quell’assurda strage. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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