Passeggio a passi lenti su di un marciapiede solitario, vezzeggiato dalla presenza ordinata e in fila
indiana di pochi e giovani alberi, che sembrano tenersi per mano senza guanti in questa giornata
dal sole tiepido ed insonnolito, che fa capolino dietro ad un’anziana e svogliata nuvola.

Il vento s’intrufola senza chiedere permesso tra i miei capelli e la sua folata energica e dispettosa
mi fa allungare il passo sculacciandomi come fosse un rimprovero alla mia indolente lentezza.
Ingoio il respiro in un singhiozzo in gola ed inciampo senza accorgermene in un sasso rozzo e
scialbo, che mi fa barcollare sulle gambe fino a toccare il suolo, sbucciandomi un ginocchio.
Sbuffo con ordine seppure sola e sistemandomi la mascherina sulla bocca proseguo il mio
cammino con una smorfia sul volto nel sentire qualche spillo di bruciore, al quale poco prima
avevo fatto spallucce.

All’improvviso l’intenso odore del mare emerge similmente ad una cucchiaiata di energia, che si fa
sempre più potente e come una calamita mi attrae verso quella pozza nutriente e salutare.
Le mie scarpe indossano il ritmo di una danza leggera, che mi fa ritrovare il passo svelto per
raggiungere la sabbia e depositare i pensieri.

Assaporo lo sfioro del sole sulla nuca, lo osservo infastidita ed intrappolata in una custodia
protettiva, che non mi rende libero il respiro e mi imprigiona il viso come fossi un bandito.
Tolgo i laccetti dai mocassini e lascio liberi i piedi!
Tolgo questi guanti che mi si appiccicano alle dita!
Tolgo questo vestito che mi comprime la vita!

E corro libera verso le onde con un pezzo di stoffa sul volto!
Assaporo l’acqua gelata che mi ristora in un vortice di intensi ed accattivanti brividi spalmati con
la carismatica carezza di un pennello sulla pelle e avvolta in un silenzio surreale orchestrato dalle
onde del mare mi cingo la testa tra i palmi delle mani.
Voglio urlare il chiasso delle emozioni che sento seppur incatenata da due corde dietro alle
orecchie!

Voglio entrare tra le onde e nuotare nel profumo di quella libertà di parlare agli scogli!
Voglio scialacquare e disperdere le diplomazie usate per ferirmi!
Voglio indossare la trasparenza e la congruità di colei che sa ascoltare senza giudicare!
Voglio uscire dalle acque senza maschera!
Voglio uscire dal tunnel!

Ora con la veste dell’ umiltà e della saggezza, accovacciata sulla sabbia tiepida e con il sole
iracondo, che gioca con le ombre delle nuvole, disegno in un foglio bianco immaginario con un
pastello rosso fuoco il nuovo mondo che voglio e lo riempio di obiettivi, progetti, esplorazioni,
conoscenze, consapevolezze, responsabilità e scelte di chi resta e di chi lasciare andare via.

Sono l’architetto della mia esistenza!

A cura di Paola Marchi – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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