DONNE AL POTERE: FACCIAMOCI SENTIRE

Dopo le polemiche per la scarsa presenza femminile nella task -force per la ripresa economica, il presidente del Consiglio ha nominato cinque specialiste in una squadra che, all’inizio, aveva dato poco peso alle loro” competenze”.
I mesi della quarantena hanno smascherato l’equivoco, le donne educate alla generosita’ si sono date da fare il doppio in casa e con i figli.
Gli uomini, appena ci hanno provato, sono sembrati eroi.

E’ andato in scena sempre lo stesso copione, ma oltre all’universo maschile il problema e’ anche mettere d’accordo le donne tra di loro.
E non sto parlando solo di donne, madri, lavoratrici, studentesse, donne “normali” insomma, sto parlando di donne di potere, di donne che corrono coi lupi!
Recente il dibattito, non propriamente d’immagine, andato in onda nella trasmissione di Giletti “Non e’ l’arena”, tra Daniela Santanche’ e Alessandra Moretti.
Daniela, mi piace da donna citarne il nome, perche’ spesso il potere politico a immagine e somiglianza maschile, fatica pure a pronunciare i nomi delle donne, come se ne volesse oscurare l’anima.

E invece le donne avranno sempre piu’ potere, solo se quell’anima diversa, femminile, fragile a tratti, ma determinata e agguerrita, che conosce il vero valore dell’autenticita’ della scelta, verra’ fuori con forza.
Per Daniela “la politica deve essere una passione.
Le donne che fanno politica devono avere un proprio lavoro alle spalle, godere di una certa indipendenza.
E’ un impegno civile molto nobile, che incide sulla vita delle altre persone.

Gli stipendi sono molto piu’ alti di quelli che si percepiscono in ogni altra professione.
Per lei serve una rivoluzione del merito, e le donne non sono esenti da colpe, perche’ a differenza degli uomini, non riescono a fare “squadra”.
Hanno la sindrome da “ ape regina”, mentre gli uomini si sorreggono l’un l’altro.
Se fossero capaci di superare questi problemi sarebbero fortissime, senza bisogno di nessuno, invece continuano ad anmmazzarsi a vicenda.
Per Daniela, uomini e donne sono diversi, la forza starebbe nell’imparare a coesistere.
Alessandra Moretti vede l’universo politico da un’altra angolazione. “La politica deve dare risposte per ridurre il divario di opportunita’, a partire dall’ambito lavorativo, in tutti i suoi aspetti.

In Italia, a parita’ di mansioni, gli uomini guadagnano tra il 18% ed il 22% in piu’, lo scarto, poi, a livello dirigenziale e’ ancora piu’ alto.
Inoltre, per quanto riguarda ruoli e avanzamento di carriera, nonostante le donne si laurino prima e con voti migliori, le diseguaglianze sono evidenti.
Necessita un cambiamento culturale, ma ci deve essere pure una volonta’ politica e legislativa, in grado di imporre un’inversione di tendenza.

Primo fra tutti servono piu’ risorse per i servizi alle famiglie, poiche’ grazie alla qualita’ e alla flessibilita’ dei servizi, le donne devono poter scegliere tra figli e carriera, occorrono congedi parentali che riguardino entrambi i genitori, e pure serve il rinnovo della Legge Golfo- Mosca, in scadenza nel 2023, che impone alle societa’ quotate di prevedere nei propri statuti disposizioni per l’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e controllo.

In una parola, investire, e quindi arrivare a equilibri di potere tra maschile e femminile, fondamentale per la qualita’ della democrazia”.
Queste due signore, appunto, a Non e’ l’Arena, si sono confrontate sui temi della ripartenza, e degli aiuti economici all’Italia disastrata dal coronavirus.
Santanche’, ovvio, e’ stata molto critica col governo, rappresentato dalla Moretti, arrivando persino a pensare che tutto sia stato una “grande presa in giro”.
La Moretti, dal canto suo, e’ esplosa in un giudizio, forse un tantino fuori luogo, chiamandola “patriota”.

Che dire? Chi delle due ha ragione?
Ma non e’ forse questo, ancora una volta, un modo di ragionare al maschile?
Concedetemi, sarebbe invece molto piu’ produttivo e opportuno , indagare nel profondo del “sentire delle donne”.
Non esiste felicita’ di nessun tipo senza emancipazione!
Ogni donna dovrebbe sentirsi libera di essere la donna e la madre che desidera.
Se si sente appagata a fare la casalinga e a vivere dedicandosi esclusivamente alla famiglia, e’ bellissimo.
Se ama il proprio lavoro, e gioisce rientrando la sera a casa e condivdendo in famiglia la bellezza della propria indipendenza e’ altrettanto bello.
Ognuno dovrebbe imparare a riconoscere la propria felicita’, senza rinunciare alla propria identita’, senza indossare la maschera della “iconografica” donna italiana, come se fossimo in uno squallido carnevale.

Grembiule e aspirapolvere, guantone da forno e ciabatte, coi bambini intorno che ci guardano.
In questi mesi c’e’ stata una regressione, ma durera’ pochissimo, e non si tornera’ come prima, si andra’ oltre, e le donne che riusciranno a dimostrare le “competenze”, cominceranno a governare il “mondo”!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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