Occorre fare qualcosa e subito. L’appello lanciato da ben 31 esperti di fama mondiale ha invitato con forza ad intraprendere un’azione di tutela nei confronti delle popolazioni mondiali di primati, in forte diminuzione. La richiesta è stata pubblicata sulla rivista Science Advances e tra gli esperti figurano anche Claudia Barelli e Francesco Rovero del Muse di Trento.

La situazione continua a peggiorare e i dati rendono noto che il 60% delle oltre 500 specie di primati conosciute oggi nel mondo sono a rischio di estinzione.

Gli autori dello studio hanno così deciso di fare appello a funzionari governativi, ricercatori, Ong, organizzazioni internazionali, imprese e alla cittadinanza per mobilitare e sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla situazione dei primati in tutto il mondo, mettendo sotto i riflettori i costi della loro perdita per la salute dell’ecosistema, la cultura umana e la sopravvivenza stessa dell’uomo.

I primati come i lemuri, i lorisidi, i galagoni, i tarsi, le piccole e le grandi scimmie, sono gli animali a noi più vicini geneticamente, in grado di offrire, spiega lo studio, spunti fondamentali per interpretare la nostra evoluzione, la nostra biologia, ma anche il rischio sempre più consistente dell’aumento di nuove patologie in ambito medico.

Inoltre, i primati, tutelano la diversità biologica tropicale, contribuendo alla rigenerazione forestale, così come alla salute degli ecosistemi.

Perderli sarebbe gravissimo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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