L’Holodomor ieri.

Fu una vera e propria “carestia” provocata dal Dittatore sovietico Iosif Stalin tra il 1932 e il 1933. Che al fine di garantire il raggiungimento delle quote fissate sull’agricoltura ordinò la confisca del bestiame e dei raccolti di tutta l’Ucraina. In base ad uno specifico decreto del 1931, chiunque – anche se minore – fosse stato trovato a raccogliere il grano, senza il permesso governativo, veniva considerato un “ladro” e poteva essere fucilato sul posto per aver rubato parte della “proprietà socialista”.

  • In quegli anni Stalin temeva il pericolo di una “rivoluzione” nel territorio ucraino, incorporato dall’URSS nel 1922. Così decise di effettuare una operazione repressiva o meglio una campagna di collettivizzazione forzata delle terre, sequestrando derrate alimentari e bruciando, i raccolti dei contadini che si erano opposti ai suoi ordini: L’Ucraina era un Paese prevalentemente agricolo e Stalin, ovviamente, intendeva sfruttarlo come  il “granaio d’Europa” finanziando così i piani quinquennali previsti con gli introiti maturati dall’esportazione di grano all’estero. Il popolo ucraino portato alla fame cercò di nutrirsi in ogni modo possibile e c’è chi parla anche di atti di cannibalismo. Non furono mai pubblicati i dati del censimento del 1937 in quanto evidenziavano lo sconvolgente crollo demografico dell’Ucraina, dovuto alla carestia e alla deportazione di civili in Siberia. Per “occultare” la strage perpetrata fu deciso di ripopolare le aree più colpite dall’Holodomor con immigrati provenienti dalla Russia, impiegandoli a lavorare nelle miniere di acciaio e carbone del Donbass.

L’Holodomor provocò la morte di un numero incalcolabile di persone stimato intorno ai 3.500.000, mentre alcuni studiosi della storia dell’epoca parlano di circa 10.000.000 di vittime, un Eccidio ben superiore a quello perpetrato dai nazisti nei campi di concentramento.  

L’’Holodomor oggi! 

E’ considerato come genocidio da 34 Stati e dalla UE.

Nel 2023, oltre che in Italia, sono state introdotte delle risoluzioni dai Parlamenti del Belgio, Croazia, Francia, Islanda e Slovenia.

La Federazione Russa ha comunque sempre negato la sua responsabilità, sostenendo che le ragioni della carestia degli anni Trenta sarebbero riconducibili a una particolare stagione sfortunata per i raccolti, con continue pressioni e provocazioni da parte degli USA e dell’Europa che pretendevano il grano gratis da Mosca.

Raphael Lemkin, l’ideatore del termine “genocidio”, nel 1953 descrisse l’Holodomor come il “classico esempio di genocidio sovietico e il suo più lungo e ampio esperimento di russificazione:per la distruzione della nazione ucraina,”

La Convenzione dell’ONU sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio  lo inquadra quale Crimine internazionale se risponde anche ad una solo di queste regole:   “uccisione dei membri di un gruppo – gravi danni fisici o mentali causati ai membri di un gruppo – infliggere deliberatamente a un gruppo condizioni di vita mirate a determinarne la distruzione fisica totale o parziale – imporre misure volte a prevenire le nascite all’interno di un gruppo – trasferimento forzato dei bambini di un gruppo in un altro gruppo”..

Fatta questa lunga premessa, veniamo a qualche giorno fa nella nostra Italia e nel nostro Parlamento, dove quando un atto viene approvato all’unanimità si “celebra” un momento di rara coesione nazionale.

Era stata “accolta” in Senato la “mozione” n.45 che riconosce l’Holodomor come genocidio ai danni del popolo ucraino, ma purtroppo è venuta meno l’unanimità e l’auspicata coesione nazionale di conseguenza anche la coesione nazionale. E tutto per pochi voti, non contrari ma di Ministri che si sono astenuti dal votare sul crimine perpetrato il secolo scorso dal regime staliniano contro l’Ucraina, Quattro i Senatori che hanno deciso di non votare: Ilaria Cucchi, Peppe De Cristofaro, Aurora Floridia e Tino Magni.

De Cristofaro, ha dichiarato: “Non voteremo a favore di questa mozione, non per difendere lo stalinismo, ma per l’utilizzo finalizzato allo scontro politico nel presente che si vuole fare di un giudizio storico. Ci sono dei fatti indiscutibili, ma c’è anche un’interpretazione di quei fatti dal nostro punto di vista discutibile e tendenziosa- Noi ci asterremo sulla mozione n. 45, perché concordiamo completamente sulla denuncia dello stalinismo, ma non concordiamo neanche un po’ sulla sacralizzazione del nazionalismo che di questa mozione è il vero obiettivo.” Ha concluso il suo dire con una serie di “domande” a cui non è facile rispondere: “Inesistente la continuità tra l’Unione Sovietica e Putin. Sarà pure vero che il neo Zar non condivide gli ideali del socialismo reale, ma se allora la continuità tra i due Stati è insussistente perché la Federazione russa ha ereditato in automatico il seggio dell’Urss all’Onu? E perché non ha rinunciato al suo arsenale nucleare, visto che le repubbliche sovietiche si sono dissolte creando nuovi Stati indipendenti? Chi è il responsabile delle azioni dello Stato russo, se non il governo russo?”

La sinistra italiana, ma solo una parte, visto che questa mozione è stata adottata grazie anche ai voti del PD, il retaggio culturale dell’Unione sovietica è ancora un “mistero” che le impedisce di uscire dalla storica logica dello scontro tra l’occidente capitalista e quello sovietico socialista che ha “condizionato” la politica italiana

Ricordiamo che il 15 febbraio scorso la Commissione Esteri della Camera aveva accolto all’unanimità una risoluzione presentata da Giulio Tremonti, sottoscritta da 2 deputati del Movimento 5 Stelle e dalla dem Lia Quartapelle che impegnava l’esecutivo a riconoscere l’Holodomor “per la promozione in Italia e all’estero della consapevolezza e del ricordo di quella tragedia”.

L’ucraina e il Presidente Zelensky hanno inoltrato messaggi positivi verso il nostro Governo: Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato:” Sono grato al Senato italiano per aver riconosciuto l’Holodomor del 1932-1933 come genocidio del popolo ucraino. Questo importante passo ristabilisce la giustizia storica, onora milioni di vittime e mette in guardia le generazioni future dal crimine di genocidio. Grazie mille.”

L’ambasciata russa ha inoltrato una “memoria” ai Legislatori italiani invitandoli, per così dire;  a non fare raffronti diretti tra i morti dell’Holodomor, definita “tragedia comune risultato della sovrapposizione di errori gestionali da parte delle amministrazioni regionali delle zone agricole dell’Urss sulle condizioni climatiche sfavorevoli dei primi anni Trenta il cui ricordo unisce i popoli di Russia, Ucraina e Kazakistan“, a un genocidio.

Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha subito replicato e senza mezzi termini alla missiva, affermando: “Dobbiamo tenere aperto il dialogo con Mosca e sappiamo bene qual è la loro posizione. Noi la pensiamo in modo assolutamente diverso. Non condividiamo le affermazioni contenute nella lettera dell’ambasciata russa. L’ambasciatore è l’ambasciatore ma lettere così si respingono al mittente.”

A cura di Pier Luigi Cignoli  – Foto ImagoEconomica 

 

Editorialista Pier Luigi Cignoli

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