Giro d'Italia 2022
Il Giro d'Italia 2022 attraversa il nuovo ponte Morandi di Genova

Da molte parti si è parlato dell’edizione numero centocinque del Giro d’Italia come di una corsa con pochissime emozioni, soprattutto a causa della poca battaglia tra i favoriti.

Una cosa è certamente indiscutibile (a modesto parere del sottoscritto), ovvero di come ci sia un livellamento di valori, manchi chi sa dare quelle sferzate, promuovere attacchi di lunga gittata.
Da quanto non vediamo un’azione per vincere il Giro da decine di chilometri? L’ultimo grande ad averci provato, ed esserci riuscito, è stato Froome, che nel 2018 partì quando al traguardo mancavano quasi novanta chilometri, recuperando i minuti che lo separavano da Simon Yates.
Anche nell’anno successivo Carapaz vinse grazie al vantaggio conquistato nella tappa con arrivo a Courmayeur, quando batté i compagni di fuga, beffando Nibali e Roglic, che pensarono solo a controllarsi. Alcuni campioni, anche del recente passato, hanno parlato di corsa noiosa, con tante fughe da lontano, è vero, tappe movimentate, ma senza i corpo a corpo dei più forti, di coloro che, alla fine, si sono giocati la vittoria finale negli ultimi tre chilometri della penultima tappa.
Il ciclismo dell’ultimo decennio è cambiato tanto, si è per così dire “evoluto, sotto tutti gli aspetti; quello dei materiali, della tecnologia applicata, della medicina e della scienza, senza tralasciare la preparazione ed il fatto che nessuno di coloro che occupano le prime posizioni, riesca a correre da protagonista per quasi tutto l’anno, si tratti di corse a tappe o in linea.
Insomma, non c’è più un Merckx, o un Gimondi, un Hinault o un Indurain, un Pantani, ma neppure un giovane Nibali, che a quasi trent’otto anni finisce il Giro al quarto posto, prima di moltissimi di cui potrebbe essere …. lo zio, ed il discorso può valere anche per il trentanovenne Pozzovivo!
Correre oltre tremila e quattrocento chilometri, con decine di montagne da scalare, mette paura a tutti ed alla fine non c’è chi ha forza per scattare, considerando inoltre che si scalano montagne di duemila metri a trenta all’ora!
Il Giro 2022 più che emozionante è stato “livellato” e se poi non ci emozionano fughe di centocinquanta/duecento chilometri, solo perché in mezzo non ci sono i campioni, be’ bisogna mettersi d’accordo, dato che il Tour veniva esaltato proprio per queste fughe da lontano, con o senza i campioni, oppure bisogna che il percorso sia un po’ più facile, anche senza ricordare certi percorsi fatti apposta per qualche campione non certo adatto ad una corsa a tappe.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica
Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

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