GIORGIO ARMANI

Giorgio Armani non conosce le ore del tempo vista la sua longevità, anche se come Gianni Agnelli ha sempre avuto il debole di portare sopra il polsino della camicia un Piaget ultrapiatto. Stilista, nato l’11 luglio 1934 a Piacenza, cresce con la sua famiglia in quella città dove frequenta anche le scuole superiori. Poi, tenta la strada universitaria frequentando per due anni la Facoltà di Medicina alla Statale di Milano Ma i libri, l’anatomia non sono il suo forte. Lasciati gli studi trova subito lavoro, sempre nella città meneghina, come “buyer” per i magazzini “La Rinascente“. Si dedica inoltre come assistente fotografo, prima di accettare un incarico in un ufficio di promozione di un’agenzia di moda. Qui ha modo di conoscere, e quindi anche di far conoscere, i prodotti di qualità che provenivano dalla lontana India, dal Giappone o dagli Stati Uniti, introducendo in questo modo elementi tratti da culture straniere nell'”eurocentrico” universo del fashion milanese e dei consumatori italiani.

Nel 1964, senza avere una vera e propria formazione specifica, disegna la sua prima collezione uomo per Nino Cerruti. Incoraggiato dal suo amico e partner di avventure finanziarie Sergio Galeotti, lo stilista lascia Cerruti per diventare un disegnatore di moda e un consulente “freelance”. Gratificato dai numerosi successi e dai riscontri ottenuti, decide di aprire una propria casa di produzione con relativo marchio registrato. Il 24 luglio 1975 nasce la Giorgio Armani spa e viene lanciata una linea di “prêt-à-porter” maschile e femminile. Ecco dunque che l’anno dopo presenta, nella prestigiosa Sala Bianca di Firenze, la sua prima collezione, altamente acclamata per le sue rivoluzionare giacche “destrutturate” e per il trattamento originale degli inserti di cuoio che appaiono nei vestiti dedicati alla linea casual.

Armani con la sua semplicità dona prospettive nuove ed inconsuete a elementi del vestiario ormai dati per scontati, come appunto quelli per uomo. La sua famosa giacca si libera delle costrizioni formali mutuate dalla tradizione, con le sue linee squadrate e severe, per approdare a forme più libere, sempre e comunque controllate e di classe. Insomma, Armani riveste l’uomo con un tocco informale, offrendo a chi scegli i suoi capi una sensazione di benessere e di un rapporto con il proprio corpo sciolto e disinibito, senza per questo corteggiare in segreto la trasandata moda hippie. Tre mesi dopo un percorso più o meno simile viene elaborato anche per ciò che concerne l’abbigliamento femminile, introducendo nuovi modi di intendere il tailleur, “demistificando” l’abito da sera e accostandolo a scarpe con il tacco basso o perfino a scarpe da ginnastica.

La sua spiccata genialità nell’usare materiali in contesti inaspettati e in combinazioni insolite portano qualcuno ad intravedere in lui tutte le caratteristiche del genio.

Nel 1982, arriva la consacrazione definitiva, quella attribuita dalla classica copertina del settimanale Time, forse il magazine più prestigioso al mondo. Fino a quel momento, fra gli stilisti, solo Cristian Dior aveva ottenuto un tale onore, ed erano passati quarant’anni!

Più volte premiato con il Cutty Sark Award come migliore stilista internazionale di abbigliamento maschile. Nel 1983 il Council of Fashion Designers of America lo “elegge” Stilista internazionale dell’anno”.

La Repubblica Italiana lo nomina commendatore nel 1985, grand’ufficiale nell’86 e gran cavaliere nell’87.

Nel 1990 a Washington viene premiato dall’associazione animalista Peta (People or the ethical treatment of animals).

Nel 1991 il Royal College of Art di Londra gli conferisce la laurea honoris causa.

Nel ’94 a Washington la Niaf (National Italian American Foundation) gli assegna il Lifetime Achievment Award. Mentre nel ’98 il quotidiano Il Sole 24 Ore gli tributa il Premio Risultati, il riconoscimento assegnato alle imprese italiane che creano valore e rappresentano esempi di formule imprenditoriali di successo nel mondo.

Diventato ormai un simbolo di eleganza e di misura, numerose sono le star del cinema, della musica o della arti che si vestono da lui. Paul Schrader’s ha immortalato il suo stile nel film “American Gigolo” (del 1980), esemplificandone le caratteristiche attraverso una combinazione di forza e di sensualità nella famosa scena in cui il sex symbol Richard Gere prova, muovendosi flessuoso al ritmo della musica, giacche e camicie con una serie di stravaganti magliette o cravatte assemblandole in una miracolosa perfezione. Sempre per rimanere nell’ambito dello spettacolo, Armani ha anche creato costumi per il teatro, per l’opera o per il balletto.

Armani non è ancora soddisfatto è allora inizia a creare la sua linea spensierata rivolta agli accessori, alla cosmesi, alle fragranze ottenendo innumerevoli consensi nelle vendite. Giorgio, il piacentino, quel ragazzo che non amava studiare, oggi ha fatto scrivere di se una vera e propria antologia che è base e tendenza di tutti i giovani stilisti.

Curiosità sportiva – Nel 2008 Armani, già main sponsor della squadra di basket di Milano (Olimpia Milano), ne rileva la proprietà. Pochi giorni prima di festeggiare i suoi 80 anni, nel 2014 Giorgio Armani festeggia lo scudetto vinto dalla sua squadra di pallacanestro.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui