BRUNO VESPA GIORNALISTA TV SULLO SFONDO MATTEO SALVINI E MATTEO RENZI
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati

Un anno, un anno e mezzo, poi ecco nuovamente i partiti salire al Colle, ripartire il giochino, mai interrotto, dello sfogliare la margherita: si vota, …. non si vota …. con i leader politici, vassalli e valvassori che dicono la loro, mentre i giornali fanno a gara a denigrare, ridicolizzare, tutto il possibile rispetto alla parte a loro avversa.

Dal marzo 2018, data delle ultime politiche, ogni anno e mezzo, o giĂą di lì, la politica apre una crisi, prima Salvini, poi Renzi, in una sorta di staffetta dei Matteo, evidentemente poco inclini a che il potere sia …. altrui!

Se il Matteo leghista ha strappato forte di numeri dati dai sondaggi, e che le Regionali hanno ribadito, il Matteo ex Premier questi numeri non li ha, o meglio, quelli che rappresenta insieme ai componenti del suo partito gli hanno permesso di mandare a carte e quarantotto il Conte bis; ovvero è bastata una “vocina” fuori dal coro perchĂ© il “povero” Mattarella dovesse sorbirsi nuovamente la tiritera di tutti i partiti a consulto, cosa che sinceramente è una colossale rottura di …. specie considerando i soggetti da incontrare!

Qui però si scoprono gli altarini, perché è davvero intenzione di tutti andare al voto il prima possibile? Che non li sia per gli stellati è chiaro come il sole, più o meno la stessa cosa si potrebbe dire per il Pd, ma il centrodestra? Lo schieramento è così compatto come vogliono far credere da quelle parti?

In effetti all’interno del Parlamento sembra piĂą una corsa al tirare a campare, mantenere le poltrone, e perchĂ© no …. fare opposizione …. piuttosto che la volontĂ  di cambiare le cose, con il potere che passa di mano dall’Avvocato degli italiani a …. e qui viene il bello (o il brutto, se preferite), dato che vincere per la destra non pare un problema, ma poi …. chi comanda?

E se non basta il busillis, credo ci sia un’altra considerazione che non fa spingere piĂą di tanto per il voto, al di lĂ  della facciata che bisogna dare ai propri fans: è davvero così conveniente prendere il potere in questo momento? Non è meglio lasciare che altri se la sbrighino con tutti i problemi covidiani? L’opposizione può permettersi qualunque cosa, di dire cose giuste e fregnacce immani, ma se sei sullo scranno di chi comanda?

Puoi fare ciò che vuoi, come vuoi? In parte è vero, ma solo in parte, perchĂ© in Italia c’è tutto un “apparato” che deve far funzionare le cose e se questo vuole, mette i bastoni tra le ruote di chiunque, bello o brutto, gentile o prepotente che sia; sbaglio?

Può essere, ma chissĂ  perchĂ© la realtĂ  è che in Parlamento si grida e si strepita che manco al mercato, si dileggia e si alza la voce (magari sui social e contro chi non può difendersi), ma poi quando si arriva al dunque, al momento in cui schiacciare l’acceleratore per il colpo finale …. si dĂ  un bel colpo di freno, facendo finta di fare il bene del Paese, quando invece il bene è solo pro bono!

Tanto ormai la storia dice che gli italiani votano lo strepitare ben piĂą della competenza; gridare per dieci anni dove ha portato? Chi ha vinto le ultime politiche in poco meno di tre anni ha fatto danni che ci vorrĂ  un secolo (magari!) per sistemarli, eppure sembravano, a parole, i tenutari della veritĂ , quelli che avrebbero aperto il Parlamento come una “scatola di sardine”, salvo poi metterci la loro di scatola e le sardine/italiani a fare da boccone.

Le consultazioni sono avviate, vedremo cosa ne verrĂ  fuori, con la certezza che Mattarella non veda l’ora di traslocare per fine mandato, la fine di un trituramento di maroni che lascerĂ  ben volentieri a qualcun altro.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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