In quest’oceano di precarietà che è il mondo degli eventi live, dalla Francia non arrivano buone notizie sulla 74esima edizione del Festival di Cannes.
Non c’è pace per il FESTIVAL DI CANNES.
Lo scorso maggio l’edizione è saltata, per la prima volta dal 1950, negli scorsi mesi gli organizzatori del festival avevano fissato la data sempre a maggio nella magica e spettacolare cornice della Costa Azzurra, ma nelle ultime ore hanno dovuto modificare le date della kermesse. E’ stato confermato che il Festival di Cannes si terrà dal 6 al 17 luglio.
Una scelta che, in parte, ha a che fare con la pandemia, ma che dall’altra parte porterebbe grossi vantaggi economici.

Che dire?
Grazie al rinvio, potrebbe “acquisire” film di grande richiamo, così da permettere ad hotel, ristoranti, e a tutti gli esercenti della zona di riaprire in sicurezza e risollevarsi un poco, grazie all’afflusso probabile di turisti.
Si tratta di uno dei festival cinematografici più famosi nel mondo, ed è riuscito negli anni ad affermare il proprio prestigio coniugando le ragioni dell’arte e quelle dell’industria, e del mercato, divenendo non solo osservatorio privilegiato delle tendenze cinematografiche, vetrina ambita dalle produzioni e dai registi, sia per il grande film spettacolare, sia per il cinema d’autore, ma anche grande apparato mediatico, cassa di risonanza per il lancio e la promozione delle produzioni, passerella di divi, e luogo di mondanità per il jet-set e per le elites culturali.

Nello spirito dell’articolo 1 del suo Statuto, fin dall’inizio si è proposto di valorizzare “le opere di qualità” e di “favorire lo sviluppo dell’industria del film nel mondo”.
Questo doppio binario di attenzione alla qualità artistica, e di impulso all’aspetto industriale e spettacolare del prodotto cinematografico, ha caratterizzato la manifestazione non solo come galleria di film importanti, ma piuttosto come momento d’incontro professionale, dove i produttori e i compratori di tutto il mondo hanno trovato l’occasione privilegiata per promuovere i loro progetti.

Fin dalla prima edizione, sempre e’ andata in onda, oibò, in passerella, mi coreggo, lo “stile”del Festival: la grandeur, la mondanità, gli interessi turistici, le smaglianti parate di star (la MetroGoldwin Mayer aveva addirittura noleggiato un transatlantico per i suoi divi del momento) come Tyrone Power a Gary Cooper e Norma Shearer, le feste nelle ville sul mare e nei palazzi sulla Croisette, la strada diventata famosa come emblema della passerella dei divi.

Il cinema italiano ha visto riconosciuto il talento di cineasti come Nanni Moretti, premio per la regia nel 1994 e con Caro Diario ( 1993) , e Palma d’oro nel 2001 con l’emozionante La stanza del figlio, e Gianni Amelio, Gran Premio speciale della Giuria nel 1992 con Il ladro di bambini, intensa opera di taglio neorealista.

E quindi non ci resta che attendere di svelare al mondo, in questo anno speciale, i 50 titoli che avrebbero dovuto far parte del Festival di Cannes 2020, e quali saranno i registi e i films in concorso, perchè è vero, tutto cambia, e anche Cannes forse ci porterà più donne, più registi giovani, più paesi del mondo!
L’importante è che il Festival, pur con una forma diversa, non scompaia per regalarci ancora” la bellezza del sogno”!

A cura di Sandra Vezzani editorialiste – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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