Il disastro del Ponte Morandi di Genova a ricordo delle vittime

Processo per il crollo del Ponte Morandi (43 vittime il 14 agosto 2018)

Siamo al 17 ottobre 2023 e ancora si ripetono alla nausea, le recriminazioni tra i 58 “accusati per strage” con frasi che lasciano perplessi.

“Non me ne frega un c…, fa quello che dico io”. “Te lo dico io, tu devi scrivere che quest’operazione aumenta la vita utile del viadotto. Punto”.  

Parole pronunciate e/o rilevate dalle intercettazioni telefoniche tra i “controllori”, gli uomini di punta di Spea Enginering (la società incaricata del controllo e delle manutenzioni di Autostrade per l’Italia) che tra l’altro sembra abbiamo deciso di fare scena muta in Tribunale.

Da una conversazione “proposta quale prova” da parte di un ex “ingegnere” dell’Azienda responsabile del progetto di rinforzo delle pile 9 e 10, ad un suo subalterno emerge l’intimazione che l’intervento sul ponte Morandi sia classificato come miglioramento e non come manutenzione. La frase: “Non dovrai mai in nessun documento parlare di manutenzione, è l’ordine perentorio ai controllori di Spea.”

Parole che “illustrano e chiariscono” bene le pressioni esercitate sui collaboratori al fine di mistificare i “lavori” e i relativi costi!

I Parenti delle vittime cosa dovrebbero fare difronte a tanta infamia?

(Per motivi di privacy non sono stati riportati i nomi delle parti interessate!).

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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