Primo giorno di lavoro per il nuovo tecnico del Milan Rino Gattuso, promosso ieri dalla Primavera dopo l’esonero di Vincenzo Montella. L’allenatore, 39 anni, risponde alle domande dei giornalisti a Milanello. Ecco le sue prime parole: “È un giorno importante. C’è grandissima responsabilità. È una squadra con 16 nazionali la cui età media è di 21 anni e che può fare di più. Questo è sicuro. Io ho più di 100 partite e passa partite in campionati diversi. Sembra che ho allenato gli esordienti… Ho i miei metodi, lavoreremo sulla difesa a 3. Montella ama il palleggio, anche a me piace, ma io voglio verticalizzare e arrivare al tiro prima”. “Ringrazio i ragazzi della Primavera, non sono riuscito a completare il percorso con loro, ma ho sempre saputo costruire i gruppi. E’ nata una squadra che sapeva soffrire e lottare sempre, per questo li ringrazio tanto. Ero entrato nella loro testa” “Quando vedo i campi che ci sono qua mi viene il mal di testa, c’è tutto. Ero abituato a ben altro. Stipendi puntuali, tutto meraviglioso. C’è solo bisogno di passione e di amare questo lavoro. Caratteristiche che io penso di avere” “I nuovi acquisti? Questa squadra può fare di più, i giocatori hanno grandissima qualità. Oggi dobbiamo diventare squadra, scendere in campo come squadra. Ci serve uno spirito battagliero, ma la qualità c’è” “Champions” Ora non guarda la classifica. Bisogna pensare al Benevento come una finale di Coppa del Mondo. Dobbiamo riuscire a cambiare. A San Siro la palla pesa. Voglio dare qualcosa in più a livello mentale a questi ragazzi”.

“È riduttivo parlare di Rino Gattuso calciatore. Non possiamo solo parlare di grinta e cuore. Sono passato da Coverciano, non mi hanno regalato il patentino. Ho studiato, ho viaggiato. Le partite non si preparano solo con cuore e grinta”. “Kessié secondo me è simile, ma è molto più forte di me. E’ esplosivo, ha più gol nelle gambe. Nella mentalità, voglio avere più di un Gattuso”. “Ho parlato con il mio presidente, uno dei più vincenti. Abbiamo parlato dei due attaccanti, del dna del Milan.

E’ un grande conoscitore di calcio. L’ho ascoltato con attenzione, non ho fatto finta. C’è grande rispetto per l’uomo”. “Non ho ancora parlato con il presidente Yonghong Li, lui non parla inglese e nemmeno in calabrese (ride, ndr), ci mancava un interprete, ma nei prossimi giorni troveremo il modo di farlo”. “Sono cambiato rispetto al passato? Sì, perché ho preso tante legnate e messo in difficoltà tante persone del mio staff che hanno famiglie.
All’Ofi Creta dopo 5-6 mesi non arrivavano più gli stipendi.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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