Una carrozza completamente ribaltata sui binari non rende l’idea di un deragliamento avvenuto a grande velocità. Per questo incidente persero la vita i due macchinisti e rimasero feriti dieci passeggeri. Si tratta del disastro ferroviario che ha coinvolto il Frecciarossa 9595 partito da Milano e diretto a Salerno, il 6 febbraio 2020. Erano le ore 5:35 e il treno stava viaggiando a 290 chilometri all’ora sulla linea alta velocità Milano-Bologna.

La Procura della Repubblica di Lodi ha chiesto 14 rinvii a giudizio per i reati contestati di: concorso in disastro ferroviario colposo, duplice omicidio colposo e lesioni plurime colpose. Il procuratore Domenico Chiaro ha poi accolto la tesi difensiva, che si basa sul recente orientamento della Cassazione, secondo la quale nel caso di incidenti ferroviari occorre distinguere le violazioni delle norme antinfortunistiche da quelle delle norme poste a tutela della sicurezza dei trasporti e, di conseguenza, ha stralciato le posizioni di Rfi e Alstom Ferroviaria. Inoltre, a seguito delle indagini svolte e in vista dell’archiviazione delle loro posizioni, è stato disposto lo stralcio per altri sette indagati.

Le indagini, all’indomani dell’incidente, avevano individuato due possibili elementi: uno scambio difettoso prodotto da Alstom Ferroviaria a Firenze e un “errore umano” causato da alcuni operai di Rfi che poche ore prima dell’incidente erano intervenuti per la sostituzione di un attuatore proprio sullo scambio “incriminato”.

A cura di Elena Mambelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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