ENZO TORTORA E FRANCESCA SCOPELLETTI PRESIDENTE FONDAZIONE ENZO TORTORA

Il 17 giugno di quattro lustri fa il presentatore televisivo tra i più noti in quel periodo Enzo Tortora, che prima di Portobello, aveva condotto la Domenica Sportiva e la prima edizione di Giochi senza frontiere, venne arrestato dai carabinieri per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico. Un fatto che scosse gran parte dell’Italia e la politica dormiente.

Un arresto inconsueto da una foto che fece il giro del mondo e che ritraeva Tortora all’uscita in manette dal comando del Reparto Operativo. L’inchiesta della procura di Napoli turbò l’opinione pubblica e volente o nolente divise il Paese intero tra colpevolisti e innocentisti.

Tortora venne messo in carcere per delle testimonianze di “falsi pentiti“, alcuni dei quali legati alla Nuova Camorra Organizzata, e “falsi testimoni“, furono quasi 20 le persone che tirarono in ballo il suo nome indicato come corriere di stupefacenti per conto della NCO. Accuse che i magistrati partenopei dissero di aver vagliato e riscontrato con attenzione.

Il famoso giornalista, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e successivamente in quello di Bergamo, scrisse numerose lettere per proclamare la sua assoluta innocenza e solo dopo sette mesi di detenzione ottenne solo gli arresti domiciliari nella sua casa di Milano.

Eletto eurodeputato del Partito Radicale il 17 giugno 1984, il 20 luglio 1984 tornò in libertà e annunciò che avrebbe chiesto al Parlamento europeo di concedere l’autorizzazione a procedere nei suoi riguardi.

L’autorizzazione fu data il 10 dicembre. Rinviato a giudizio, il 4 febbraio 1985 Tortora comparve davanti al tribunale di Napoli e ribadì la sua estraneità ai fatti contestati. Ma il 17 settembre dello stesso anno i giudici si pronunciarono per la sua condanna a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Sentenza poi ribaltata il 15 settembre 1986 dalla corte di appello di Napoli: Tortora fu assolto con formula piena e i pentiti ritenuti non credibili. Fu la vergogna di una magistratura cieca.

È la fine di un incubo”, disse Enzo Tortora che divenne il simbolo di un clamoroso errore giudiziario. A mettere la parola fine all’intera vicenda fu la prima sezione penale della Cassazione il 13 giugno 1987. Ma meno di un anno dopo, il 18 maggio 1988, Enzo Tortora morì per un cancro ai polmoni.

Il Direttore responsabile Simone Tripodi – Foto Imagoeconomica

 

Il Direttore Simone Tripodi

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