Il calcio italiano piangeun grande uomo e un grandissimo allenatore Gigi Radice, morto oggi dopo una lunga malattia. L’allenatore dell’ultimo scudetto del Torino, l’unico del dopo Superga nel 1976, aveva 83 anni. Tra i tecnici più innovativi della sua epoca, ha guidato anche Inter, Milan, Bologna, Roma e Fiorentina, Cesena. Anche il Cesena lo ricorda come il tecnico che portò i bianconeri alla prima promozione in serie A, al termine della stagione 1972/73.

Nato nel 1935 a Cesano Maderno (allora provincia di Milano, oggi Monza-Brianza), giocò da terzino sinistro dalla metà degli anni ’50 alla metà dei ’60 con Milan, Triestina e Padova. Dopo una carriera ricca di successi con la maglia dei rossoneri, con cui vinse tre scudetti e la Coppa Campioni del 1963, la prima di una squadra italiana, Radice passò in panchina, importando in Italia il calcio totale nato in Olanda. La sua lunga carriera da allenatore si concluse alla fine degli anni ’90 con il Monza. Soltanto due settimane fa alcuni campioni d’Italia del Torino 1976 si sono riuniti per la presentazione di ‘Gigi Radice. Il calciatore, l’allenatore, l’uomo dagli occhi di ghiaccio’, il libro che racconta la sua storia scritto da Francesco Bramardo e Gino Strippoli. “Il mantra era ‘noi non siamo qui per prendere in giro la gente ma dobbiamo offrire un calcio bello e divertente'”, si legge nel testo che ricorda alcune sue affermazioni.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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