È mai esistito il Pelé italiano?

Appena il mese scorso, Edson Arantes do Nascimento, al mondo noto come Pelé, ha compiuto 80 anni.
La sua leggendaria carriera da calciatore è stata narrata in decine di film e documentari, completamente incentrati sulla sua figura quasi mitologica e sull’importanza che ebbe per un’intera nazione.

Le parole per descriverlo si sprecano: è stato definito unanimemente come uno degli attaccanti e giocatori più completi nella storia del calcio, con intelligenza tattica, visione di gioco, velocità, e senso del gol.

Ha militato per quasi tutta la carriera nel suo Santos, nel campionato brasiliano, segnando, stando alle statistiche ufficiali, 647 reti in 663 presenze, che si vanno a sommare alle 77 marcature ottenute con la nazionale verdeoro, (record ancora oggi imbattuto) con cui conquistò 3 mondiali di calcio, altro record assoluto, tra cui il primo nel 1958, a soli 17 anni, segnando anche in finale contro quella Svezia.
Tante volte, e non credo di essere il solo, leggendo le gesta di questo campione, mi sono posto il seguente quesito: “È mai esistito un calciatore italiano in grado di essere paragonato all’alieno Pelé?”.

Beh, nessun italiano può vantare i suoi titoli in bacheca, ottenuti con i verdeoro; gli unici giocatori che più si avvicinano a questo palmarès, sono i calciatori italiani che hanno preso parte ai mondiali del 1934 e del ’38, entrambi vinti dall’Italia.
Però, se si va a guardare il talento puro e l’importanza che un singolo giocatore ha rappresentato per il suo paese, beh, a me viene in mente soltanto un nome, di un italiano che può essere avvicinato, o paragonato, alla figura di O Rey: sto parlando di Roberto Baggio.
Paradossalmente, il classe ’67, non vinse mai nulla con la nazionale italiana; però, il “Divin codino”, era considerato il figlio acquisito degli italiani, quel calciatore pulito e mai sopra le righe, che faceva unicamente parlare di sé per le sue incredibili prodezze che compiva sul rettangolo di gioco, e, sebbene militò in squadre come Juventus, Milan e Inter, quel campione a metà tra genio e malinconia riuscì a unire tutte le tifoserie nazionali.

Sì, malinconia. Perché la storia di Roberto Baggio con la nazionale italiana è fortemente legata a questo sentimento. Merito di quei 3 maledetti mondiali degli anni ’90, in cui l’Italia uscì per 3 volte consecutive ai rigori; a Italia ’90, in semifinale contro l’Argentina, a USA ’94 nella dolorosissima finale proprio contro il Brasile, e a Francia ’98, ai quarti di finale, contro la nazionale di casa.
Amarissima fu la finale del 1994 di Pasadena, quando Baggio, dopo aver trascinato l’Italia in finale a suon di gol decisivi nelle partite ad eliminazione diretta, sbagliò il rigore fondamentale, di una lotteria già compromessa, che regalò la vittoria proprio alla nazionale verdeoro.
Ma nonostante ciò, tutto il popolo italiano non smise di amare quel numero 10, tra le altre cose pallone d’oro nel 1993, che ricevette anche, dall’allora Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, nel 1991, l’ordine al merito della Repubblica Italiana, il più alto degli ordini del nostro paese.

Pelé e Baggio sono stati due tra i più grandi calciatori della storia di questo sport, e, se da una parte il brasiliano ha rappresentato la rinascita della sua nazionale, dopo il “Maracanazo” del 1950, portando il suo paese alla vittoria del mondiale per ben 3 volte, per ben 3 volte, invece, il divin codino, la vittoria di quella competizione, con l’Italia, l’ha sfiorata, andando a rappresentare l’intero popolo italiano, con quel sentimento di vittoria sfuggita all’ultimo, e dimostrandosi impotente, di fronte alla sfortuna nera che attanagliò gli azzurri in quel decennio.
Una cosa, però, è sicura. Entrambi i numeri 10 rimarranno nella storia calcistica mondiale e del loro paese, e verranno sempre ricordati dai tifosi delle rispettive nazionali, con un sorriso sulla faccia.

A cura di Giacomo Giunchi – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui