“Non mi spiego come in un Paese come il nostro, che in 30 anni ha ospitato più di 800 mila bambini bielorussi, nessuno parli della situazione della Bielorussia, dove la lingua italiana è la seconda lingua più parlata”. Considerazioni amare quelle di Arena Ricchi, presidente dell’Avib, la Federazione che riunisce gran parte delle associazioni di volontariato italiane che danno ospitalità temporanea, in famiglie ospitanti, ai cosiddetti minori di Chernobyl.

La Bielorussia, nel conflitto in atto in Ucraina è schierata con la Russia e lungo le strade la popolazione vede colonne di mezzi militari. “La Bielorussia nei giorni scorsi – continua Ricchi – ha convocato il consiglio di guerra, il sud del Paese è occupato da carri armati e mezzi pesanti che si apprestano, o l’hanno già fatto, ad invadere l’Ucraina, la popolazione non riesce più a vivere in questo modo e cerca di sfollare al nord, i nostri ragazzi maschi maggiorenni sono stati messi in stato d’allerta per la chiamata alle armi”.

I messaggi che si susseguono da diversi giorni sono drammatici: “Stiamo vivendo come in una guerra, la Russia ha portato le sue truppe e le sue attrezzature in città. Abbiamo un sacco di militari qui, gli elicotteri volano” dice una voce, “È spaventoso essere qui oggi, il rumore nel cielo è terribile” aggiunge un’altra. “La notte non dormiamo, il cielo è sorvolato dai caccia”. Un dramma nel dramma in un conflitto che angoscia il mondo e dagli esiti tutti imprevedibili, tranne uno: come in tutte le guerre, a pagare il prezzo più alto sarà la gente comune e, soprattutto i bambini.

A causa del Covid i progetti di accoglienza sono stati sospesi fino al miglioramento della situazione, ma c’è una questione non trascurabile a gravare sulla Bielorussia: Il Consiglio europeo ha rafforzato, il 24 maggio 2021, le misure restrittive vigenti verso quel Paese, introducendo un divieto di sorvolo dello spazio aereo dell’UE e di accesso agli aeroporti dell’UE da parte di vettori bielorussi di ogni tipo. Gli Stati membri dell’UE sono tenuti a negare il permesso di atterraggio, decollo o sorvolo relativi al loro territorio a qualsiasi aeromobile operato da vettori aerei bielorussi, compresi i vettori commerciali. La decisione è la conseguenza del dirottamento su Minsk di un aereo di linea Ryanair Atene-Vilnius e all’arresto del giornalista bielorusso Roman Patrosevich che era a bordo insieme alla fidanzata russa Sofia Sapega.

Ad appena due ore dall’inizio del vertice dei Ventisette a Bruxelles, i capi di Stato e di governo riuniti hanno deciso di chiudere il loro spazio aereo alla Bielorussia e di adottare una nuova serie di sanzioni contro il regime di Aleksandr Lukashenko, rinnovando l’appello a liberare i due detenuti.

A cura di Raffaella Candoli editorialista – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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