Dopo la vittoria sonante del Cesena contro il Rimini con una cinquina deliziosa che rimarrà nella storia a vita, pronto sul banco di scuola per sviluppare il solito editoriale che accumuna il sodalizio di ogni partita.
E, a tal proposito, sul dilagante risultato dei bianconeri mi è venuta in mente la favola di BERTINO (ndr) che la nonna mi raccontava da piccolo. A tal riferimento soggettivo, ovvero il nome proprio è appunto Bertino, molti tifosi del RIMINI nei social hanno pensato che ha dichiarare “RIMINI CHE PENA” fosse stato BERTI il calciatore del cavalluccio. Non è assolutamente così. Il pensiero dattiloscritto è solo e assolutamente mio che ricalca la favola fanciullesca al risultato scaturito al MANUZZI, ovvero quel 5-2 della squadra di TOSCANO da apoteosi.
La foto di Berti che appare nel mio editoriale è il giusto premio per il suo primo gol in campionato.
Ritengo doveroso asserire che la lingua italiana per chi non la capisce o non la sa leggere, INTERPRETARE. spesso viene enfatizzata riversando il pettegolezzo o creando del gossip nei confronti di chi è fuori dallo schema giornalistico, ma pensa solo a fare il professionista sul campo rifilando gol agli avversari come nel caso di Berti e i suoi compagni di squadra durante il derby.
Il forte centrocampista del cavalluccio di mestiere fa il calciatore, io invece, il giornalista piaccia o non piaccia a chi mi legge. Insomma, si è voluto prendere di mira BERTI con insufficienza grammaticale, quando la favola di Bertino era chiara e lampante. Piuttosto i soliti gnoti (da Apollo chi conosce bene se stesso) farebbero bene a fare mea culpa su alcuni striscioni biancorossi apparsi in curva ferrovia che con il calcio non sono una morale sportiva.
La vera morale è che il Rimini è stato battuto sul campo da un Cesena fortissimo che segna addirittura di più di formazioni che militano in serie A.
I soliti saluti sinceri… mentre la favola bianconera è sempre fa sfogliare…
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica
