Era il 2 novembre 2014, quando Stefano Savi venne sfigurato con l’acido mentre rientrava a casa dopo una nottata in discoteca. A compiere l’aggressione furono Martina Levato e il suo amante, Alexander Boettcher, con la complicità di Andrea Magnani. In realtà, l’obiettivo dei tre, secondo l’accusa, sarebbe stato Giuliano Carparelli, molto somigliante a Savi.

Sempre secondo quanto riportato dall’accusa, il piano criminale della coppia e del presunto complice mirava a colpire i giovani con cui Martina aveva avuto relazioni anche fugaci come in una sorta di “purificazione”.

Per la prima volta da quel fatto, Stefano Savi ha parlato con i cronisti nel Palazzo di Giustizia di Milano dove è attesa per la tarda mattinata la sentenza a carico di Martina Levato e Andrea Magnani.

“Oggi volevo esserci – ha detto Savi – l’importante è che li condannino anche per l’aggressione nei miei confronti, non mi interessa la pena, interesserà a loro ma non a me”. Il ragazzo ha poi raccontato anche che “né lei, né lui mi hanno mai rivolto la parola in aula, ma è meglio così”. Savi ha spiegato ai cronisti di essere comunque “tranquillo”, anche se “le mie giornate sono ancora molto faticose, perché devo stare quindici ore al giorno con una maschera e posso fare poco”. Il ragazzo ha raccontato inoltre che alla fine di gennaio dovrà sottoporsi ad un altro intervento e la stessa cosa dovrà fare nei mesi successivi, anche per cercare di recuperare la vista da un occhio che è stata compromessa dall’acido.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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