E così ancora una volta, la signora Nasona (più nota col nome di Befana) si è portata appresso alla sua personale scopa tutte le feste di questo condensato periodo di forzature (“L’Epifania, tutte le feste porta via”). Non ho mai capito, onestamente neppure accettato, perché tutta l’indifferenza che si manifesta in un anno solare, al suono di campane e consegne di strenne natalizie, durante le festività natalizie, debba cedere il passo a mielosi sorrisi, automatici “Tanti auguri”, ricercati abbracci, che sanno più di strangolamento a cuori in attesa di vero amore.

Se poi penso che addirittura, per onorare il Natale (ho letto da qualche parte) si sospendono certe attività guerresche di morte, allora, impallidisco di orrore. Ma se si possono sospendere le ostilità che dettano morte, solo perché il calendario dice “Natale”, perché non si può pensare che Natale possa esserlo tutti i giorni? E va beh… Altra cosa che non ho mai ben capito: giacché subito dopo l’Epifania, partono gli ‘sconti’ in tutti i negozi, perché per fare gli acquisti non si aspettano i prezzi assai riveduti?

Evidentemente, alle abitudini festaiole-emozionali dei “Tanti Auguri”, si aggiunge l’impellenza di dovere alleggerire quel portafogli che poi per tutto il restante anno si dichiara sgonfio di euro… Mah… che strane abitudini. Nella mia mente v’è il pensiero che uno comperi qualcosa, non quando ricorrono le festività, bensì quando ne abbia bisogno. Sempre nella mia mente, corre l’idea che oramai (tutti hanno tutto) spesso chi fa un regalo se lo vede ri-tornare, dopo questo ha girato di casa in casa (ihihihihihi).

Non si usa di norma, ma non sarebbe a questo punto più utile e a fin di bene chiedere all’interessato: “Senti, siccome ho intenzione di farti un regalo, c’é qualcosa che ti serve?”. E va beh … Ma quello che più mi piace che la Befana si porti via, sono tutti i salamelecchi e le mielosità forzate del Natale. A tal proposito, colgo l’occasione, adesso che non sono tempi sospetti, di fare tanti auguri di una vita sorridente a tutti, da qui a venire… e anche più in là.

Vorrei un Babbo Natale
che
in un qualunque giorno dell’anno
mi venisse incontro
col carro tutto vuoto
per donarmi
un semplice sorriso.

BUON SORRISO A TUTTI VOI… che avrete avuto la pazienza di leggere le mie paturnie mentali e, perché no, anche a tutti gli altri ai quali risulto incognito/a.

A cura di Vittorio Benini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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