Movida estiva e vacanze all’estero hanno portato l’Italia a fare i conti con un aumento considerevole dei contagi. Nei giorni scorsi si è superata quota 1.000 casi giornalieri e il trend ha messo in allerta alcuni governatori (soprattutto in vista della riapertura delle scuole). Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha addirittura annunciato che, qualora i numeri dovessero registrare un’altra impennata, chiuderebbe il suo territorio: stop agli spostamenti da e verso le altre Regioni.

Spostamenti tra Regioni, la paura di De Luca
Ad allarmare De Luca è stata la situazione in Sardegna. Diversi i focolai, tanti i turisti tornati dall’isola con la positività al coronavirus. Il governatore campano si è quindi appellato al ministro della Salute, Roberto Speranza, chiedendo di testare tutte le persone partite dalla Sardegna e dirette verso le altre Regioni. Una prassi già concordata tra Lazio e Sardegna, con l’obbligo reciproco dei tamponi per le persone che stanno viaggiando tra i due territori.

Il blocco dei confini annunciato da De Luca impedirebbe i liberi spostamenti tra le Regioni, permettendo ai cittadini di muoversi in una Regione diversa da quella di residenza solo per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Di fatto, un ritorno al passato: da marzo al 3 giugno, infatti, gli italiani sono stati costretti a osservare questo provvedimento, valido per tutto il lockdown e anche poco oltre.

Spostamenti tra Regioni, chi è contrario al blocco
Vincenzo De Luca ha degli oppositori tra i suoi colleghi delle altre Regioni. In primis il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini: secondo lui è opportuno monitorare la situazione, per poi discutere con il governo e prendere insieme delle decisioni. Gli fa eco il presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha indicato come unica via percorribile quella della collaborazione. In sostanza, solo lo Stato può interrompere la mobilità interregionale: non spetta alle singole Regioni.

Resistenze anche da parte della Liguria, con Giovanni Toti che ha dichiarato come non veda una emergenza clinico-sanitaria tale da spingere ad ulteriori chiusure. Più duro Enrico Rossi, presidente uscente della Regione Toscana, che ha definito De Luca uno “sceriffo: sì, chiudiamo, e dopo le Regioni sbarriamo le contee e i borghi”, ha aggiunto in maniera sarcastica.

A cura di Renato Lolli – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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