Gerhard Brandstaetter, legale di Alex Schwazer, non ci sta e intervenendo a Radio Sportiva ha deciso di commentare l’esito delle controanalisi cui si è sottoposto il marciatore.”Eravamo convinti della provenienza esterna di questa positività – ha detto l’avvocato – l’urina è stata manomessa. Siamo confortati da ulteriori pareri che ci confermano che tutti i profili ematici e non solo, precedenti e successivi, di Schwazer sono perfetti. Quindi siamo convinti che la prova relativa al rilievo di gennaio sia stata manomessa”.

“Noi abbiamo le prove: se ci fosse stata attività dopante ci sarebbero stati ulteriori riscontri. Quella storia della bistecca era un’interpretazione di un giornalista che aveva capito male… – ha aggiunto ancora il legale – Un atleta che ha fatto 60 test in un anno, che negligenza ha? Il suo tecnico Donati è il più grande oppositore del doping. Tutti i test ‘puliti’ fatti prima e dopo quello incriminato dimostrano indirettamente che c’è stata manomissione. Questa vicenda è un attentato allo sport italiano”.

Insomma, l’avvocato pare non avere dubbi e ci va giù piuttosto pesante. La manipolazione di un test con il fine di “inguaiare” un atleta ha un solo precedente noto nel mondo dell’antidoping moderno: quello dell’ostacolista Di Terlizzi, allenata da Sandro Donati, proprio come Schwazer.

Le urine dell’atleta vennero sabotate nel 1997 con della caffeina: l’obiettivo era quello di colpire il tecnico, simbolo dell’antidoping.

Simili alterazioni nelle analisi vanno comunque dimostrate e ancora non è stato fatto.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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