Saranno vicino ai 23 mila gli esuberi del settore bancario previsti entro il 2018 che si aggiungono ai 48 mila verificatisi dal 2000 ai tempi attuali. A fare i conti è la Fabi alla luce di quanto previsto dagli ultimi piani industriali disponibili delle banche che sottolinea come la cifra sia al netto “delle prossime fusioni e aggregazioni che sicuramente ne comporteranno altri”.
Nel 2007 i dipendenti del settore bancario erano 344.688; nel 2013 303.591. Le uscite sono state gestite con prepensionamenti volontari e incentivati con l’ammortizzatore sociale di categoria, il fondo esuberi, ricorda Fabi: “i sindacati vogliono continuare a gestire le ristrutturazioni in maniera morbida e si opporranno in tutti i modi all’ipotesi di uscite obbligatorie”.

Ora “Le banche non possono più puntare sul taglio dei costi del lavoro, come fatto fino a oggi senza grandi risultati, ma devono rilanciare i ricavi mettendo a punto un nuovo modello di business al servizio del territorio nazionale, recuperando il rapporto di fiducia con la clientela”.

Dopo gli ultimi scandali delle 4 banche fallite e poi salvate dagli istituti bancari più grossi, non sarà facile recuperare tutti quegli italiani che si sentono truffati è che stanno allargando a macchia d’olio l’idea che oggi in questo paese non ci si può fidare più delle banche che gestiscono i risparmi di una vita di ogni cittadino onesto.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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