Enzo BIAGI, dovrebbero bastare nome e cognome per dare un senso a queste poche righe, scritte nel giorno in cui cade il centunesimo anniversario della nascita, avvenuta a Lizzano in Belvedere proprio il 9 agosto 1920.
Enzo Biagi, ovvero un giornalista, uno scrittore, un conduttore televisivo, tra i migliori interpreti del XX Secolo di un mestiere non facile, almeno per chi lo fa al “servizio” del pubblico, senza mai nascondersi dietro ad un dito, senza mai perdere l’onestà e l’indipendenza di fronte ad alcuno.
Le sue interviste televisive de “Il Fatto” sono pietre miliari della storia del giornalismo televisivo, condotte con la semplicità e la competenza di chi non è al di sopra della gente, ma parte di essa; al servizio di chi vuole sapere e spera che il racconto sia il più semplice possibile, senza gli orpelli soliti, senza che sia il linguaggio “politichese” a farla da padrone.
Certo, come tutti coloro che non si piegano al potere, anche Biagi ha passato i suoi guai, subito la “gogna” di chi ha ritenuto e ritiene di poter fare e disfare a proprio piacimento la storia di quella che è e rimane una REPUBBLICA e non una monarchia finto-democratica e finto-liberista; Biagi però non si è piegato neppure allora e il così detto “editto Bulgaro” è servito solo ad aumentarne il valore di un “animo libero”, capace di innalzarsi al di sopra di meschini lacché, come pure di pseudo politici dediti unicamente al proprio interesse personale.
Credo che chiunque svolga il mestiere di giornalista debba avere in Enzo BIAGI una figura iconica, un maestro da cui cercare di imparare, non tanto o non solo i modi, ma quelli che sono i contenuti del suo lavoro, la semplicità di saper raggiungere il pubblico, i lettori, di saper entrare nel cuore della gente senza invaderlo, ma di lasciare un segno indelebile dei racconti della storia.
BUON COMPLEANNO MAESTRO E GRAZIE.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica
