20 anni fa Alberto Sordi. I suoi gesti, i personaggi hanno percorso decenni della Storia italiana contemporanea, a volte identica, altre diversa, ci si è identificati, specchiati, riconosciuti nell’attore romano. Lo straordinario protagonista del cinema ci lasciava il 24 febbraio del 2003, ma buona parte di lui e di noi resta sullo schermo e nei cuori del pubblico mondiale che lo ha osservato.

I suoi discorsi hanno racchiuso tutto: il lato comico di vizi e virtù degli italiani, l’abilità di cogliere come la Grande Guerra, la resistenza, gli americani, il referendum monarchia o repubblica, il miracolo economico del paese, la borghesia, il tradimento, il sesso, il divorzio, l’essere intellettuali, le forze dell’ordine, la contestazione, il terrorismo, il tassista.

Nella prima fase del suo percorso professionale Sordi diverte, fa sorridere e ridere, ma poi assorbe anche la violenza di un’epoca e di una generazione. Come in “Un borghese piccolo piccolo”, film del 1977 diretto da Mario Monicelli, dove non è un caratterista ma un personaggio distrutto dal dolore. I suoi italiani sono furbi o meschini, arrivisti o spavaldi, ma comunque capaci anche di atti di generosità, coraggio e persino di bontà

Attore, regista, cantante, autore e capace anche di rapporti con figure istituzionali come leader politici, presidenti della Repubblica, presidenti della A.S. Roma, Papi e cardinali, Sordi rappresentava e racchiudeva in sé un mondo suo e di tutti, un protagonista della dolce vita.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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