Sulla sua lapide nel cimitero monumentale di Torino, ha chiesto che venga scritta una semplice parola: “liberale”, perché Valerio Zanone può essere descritto perfettamente e semplicemente da questo termine.

Zanone è morto questa mattina nella sua casa di Roma a causa della malattia che lo affliggeva da ormai un anno. E’ stato per 10 anni segretario del Pli, più volte ministro, e sindaco di Torino dal ’90 al ’92, oltre ad essere stato parlamentare per sei legislature.

Dopo la fine del Pli, Zanone è stato nell’Ulivo con Romano Prodi e nella Margherita con Francesco Rutelli. Mai con il centrodestra. Il suo impegno politico è sempre stato dedicato all’idea liberale.

Nei suoi 50 anni di politica è stato consigliere regionale del Piemonte dal 1970 e segretario del Partito liberale italiano dal 1976 al 1985 dopo Giovanni Malagodi. Ha vissuto gli anni della lotta al terrorismo, dell’alleanza dei liberali con i socialisti di Bettino Craxi, ad esempio nel referendum contro la scala mobile.

E’ stato ministro tra l’85 e l’89 nei governi presieduti da Craxi, De Mita e Goria. Come ministro dell’Ecologia dall’estate del 1985, l’anno successivo ha firmato la legge istitutiva del ministero dell’Ambiente, una tra le prime in Europa. Passato al ministero dell’Industria nel 1986, ha organizzato la Conferenza nazionale dell’energia sulla questione del nucleare, presieduta dall’ex governatore della Banca d’Italia Paolo Baffi. Dal 1987 è stato per due anni ministro della Difesa, affrontando, tra l’altro, la prima missione militare italiana nel Golfo Persico.

Zanone è stato deputato dal 1976 per 18 anni e cinque legislature fino al 1994. Dopo 12 anni fuori dall’impegno parlamentare ma non dalla politica, è poi stato senatore della Margherita dal 2006 al 2008.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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