Giuseppe Conte e Beppe Grillo

Se le altissime temperature continuano a tenere sotto scacco il Paese, altrettanto rovente è il clima che si respira nel mondo politico all’indomani della crisi di governo, dopo l’abbandono di Mario Draghi sempre di più convinto delle sue dimissioni: “Il mio governo con le condizioni dei 5S, non avrebbe durato il giorno dopo“.

Per il Movimento 5 Stelle, dopo lo strappo con il governo Draghi, è il momento della resa dei conti.

A catturare l’attenzione mediatica è Il cofondatore del Movimento Beppe Grillo che, con un video personale sul suo blog, interviene a gamba tesa in difesa del M5S: “Sono tutti contro di noi – sottolinea – ma abbiamo di fronte qualcosa di straordinario”.

Il garante rilancia i due mandati parlamentari, principio fondativo del Movimento, poi rincuora i militanti: “Ho un cuore che pulsa…altro che il cuore dei banchieri… ho un cuore da ragioniere“, afferma, parafrasando il commiato del presidente Draghi alla Camera prima di salire al Quirinale per confermare le dimissioni (“anche i banchieri usano il cuore“). “Siamo disorientati dalla scissione e dagli sconvolgimenti che hanno colpito il movimento nelle ultime settimane”, prosegue Grillo.

Il Movimento ….non lo so se è disintegrato, se è molecolare o quantico. Non lo so. Ma una cosa la so: ho guardato il Parlamento mentre Draghi parlava e non era Draghi che mi ha sconcertato ma la visione del Parlamento, una visione vecchia di gente che sta lì da 30-40 anni. Anche noi cominciavamo a essere dentro quella visione, siamo il gruppo parlamentare più giovane, ma cominciavamo a non distinguere più. Questo mi ha fatto riflettere, quel Parlamento lì non se lo merita nessuno figuriamoci Draghi. Non lo merita nemmeno l’ultimo degli italiani”.

Beppe Grillo poi non risparmia parole dure per l’ex ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “C’è gente che entra in politica per diventare una cartelletta. ‘Giggigino a cartelletta’ adesso è là che aspetta di archiviarsi in qualche ministero della Nato“.

“Per quanto mi riguarda il Movimento non c’è più”, replica Di Maio in un’intervista. “Ho contribuito a fondarlo e costruirlo e a torto o ragione era nato per andare al governo e cambiare le cose, non sfasciare i governi per complicare le cose. Se vogliamo davvero costruire un’area di unità nazionale che guardi all’obiettivo di mettere a posto questo Paese, con una prospettiva, una visione, una programmazione, non posso rispondere tramite le interviste o le repliche all’uno o all’altro tweet. Io vorrei cercare di unire come stanno facendo tanti altri. Se ci riusciamo bene. Se non ci riusciamo allora vorrà dire che gli elettori prenderanno atto anche di questo”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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