I Giochi della XVII Olimpiade si tennero a Roma, dal 25 agosto all’11 settembre 1960.

La fiaccola olimpica arrivò nella Capitale portata da una staffetta di migliaia di atleti di tutti i paesi. Era sbarcata in Sicilia, proveniente da Olimpia, risalendo lentamente la penisola, accolta dalla curiosità e dall’entusiasmo della gente. L’onore di accendere il tripode nello Stadio Olimpico, toccò a Giancarlo Peris, studente di Civitavecchia, che in quell’anno aveva vinto i campionati nazionali studenteschi nei 1000 metri. La scelta di questo giovane atleta sottolineava come la ricostruzione dello sport italiano fosse partita dalla scuola, proprio attraverso l’istituzione dei campionati studenteschi.

Il 25 agosto, alle 15 in punto, si aprirono le porte per l’ingresso degli ottantamila spettatori.
Alle 15,45 la partenza dal Villaggio Olimpico del corteo degli atleti: davanti la Grecia, a seguire tutte le nazioni partecipanti, in rigoroso ordine alfabetico, a chiudere l’Italia, quale paese ospitante.

Un lunghissimo corteo che passò sul Tevere a Ponte Milvio, raggiungendo il Foro Italico e di lì lo Stadio dei Marmi. Al ritmo di 120 passi al minuto gli atleti entrarono all’Olimpico per il tradizionale giro di pista. Alle 17.15 iniziarono i saluti di rito: Giulio Andreotti, presidente del Comitato Olimpico, e Avery Brundage, presidente del Cio, presero la parola per primi.

Alle 17.46, con un minuto di ritardo sul programma, il presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, annunciò ufficialmente l’apertura dei giochi e, dopo l’alzabandiera, uno degli atleti di punta degli azzurri, il discobolo Adolfo Consolini (medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 1948 e tre volte primatista mondiale) lesse il giuramento. A quel punto le Olimpiadi di Roma entrarono davvero nel vivo.

Furono 83 le nazioni partecipanti, per un totale di 5.348 atleti (610 le donne), che si affrontarono in 150 competizioni. Anche se giocavamo in casa, va sottolineato il grande risultato dell’Italia che conquistò 13 medaglie d’oro, 10 d’argento e 13 di bronzo: per numero di vittorie ci precedettero soltanto l’URSS (43) e gli USA (34). Un successo coronato da atleti come Nino Benvenuti (oro nei pesi welter); Livio Berruti che vinse i 200 metri con il tempo di 20″5; Raimondo e Piero D’Inzeo che conquistarono rispettivamente la medaglia d’oro e quella d’argento nel Gran Premio di salto ostacoli, Edoardo Mangiarotti (spada); Sante Gaiardoni (velocità su pista) e Giuseppina Leone, che ottenne la medaglia di bronzo sui 100 metri.

articolo a cura di Franco Buttaro Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

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