Dolce e soave con un bicchiere di brulè al “Manuzzi” è la sera; e senza vento e nemmeno i tifosi bianconeri in curva Mare. Nel gelo della merla, con un silenzio non da stadio e di più limpida trasparenza, perché non ci sono petardi e ne fumogeni, si ode solo la voce di Domenico Toscano che come un capo di una tribù indiana, pronuncia subito le comuni parole ai suoi uomini; di come schierarsi in campo e far girare la palla per aggredire all’istante il Pontedera.

Il Cesena richiamato all’ordine tattico cerca il contatto, avanza indomito sull’erba che quasi brilla e con il piedino d’orato accarezza sempre il pallone facendo coricare l’avversario come un birillo. E, dopo alcune piroette di Adamo e Donnarumma sovrastanti con la progressione devastante di C. Shpendi e Kargbo arrivano uno dietro l’altro i gol, ben tre dal figlio dell’Albania che alla fine della disputa dedica a suo padre (record assoluto della storia bianconera per i giri d’orologio), e l’altro dalla pantera nera della Sierra Leone.

Cala così il poker fulmineo nel primo tempo e il risultato già fissato con i bulloni a terra. Alcuni presenti dai capelli grigi dicono di non aver visto nulla di simile da molti anni e che il punteggio nella ripresa non sarebbe più cambiato, anzi, vista la mole di gioco della formazione nel primo tempo, poteva solo che aumentare nell’esaltazione di un punteggio ancora più largo. Personalmente, invece, già pensavo, tra un lupino e l’atro, più ad una fase di contenimento, ad un modo di giocare per capire il valore di Silvestri, Prestia e Varone che considero inestimabile in questa categoria del piffero. E se a loro tre aggiungo la sapienza geometrica-tattica di Ciccio De Rose, ci vediamo con il lancio della balaustra tutti catapultati in serie B.

La vittoria netta contro la schieramento di Zini, non è un’esca artificiale per la Torres che continua la sua rincorsa è la supremazia assoluta del cavalluccio sempre di più veloce, potente, ritmico nel sincronismo e nella scioltezza della precisione di arrivare al gol. E’ bello dedicare epinici a questo gruppo bianconero, che si prende anche il “lusso”, come ai miei tempi BISOLIANI, di uscire fuori dallo stadio, per andare a ringraziare i tifosi fuori dai tornelli. E’ come essere poeti, dove è sempre dolce e chiara la notte senza vento, ma con un cuore unico.

Ci vediamo ad Ancona per una nuova battuta di “dribbling”.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Luigi Rega

 

Il Direttore Editoriale Carlo Costantini

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