Il calcio mercato ha da sempre abituato i tifosi a sorprese o a colpi last minute, zona Galliani, tanto per essere chiari, ma quello che è successo ieri sera entrerà nella storia al contrario.
Protagonisti della vicenda che ha scatenato le ironie dei più acuti socialnetworking sono la Juventus e Axel Witsel, giocatore dello Zenit.
La società bianconera si è mossa bene sul mercato, acquistando giocatori davvero funzionali al progetto, ultimo dei quali Juan Cuadrado arrivato dal Chelsea con la formula del prestito con obbligo di riscatto legato alle presenze.
L’unico neo del mercato bianconero, è stato quello, per la prima volta dalla gestione Marotta, di aver progettato male il sostituto di Pogbà della quale partenza si sapeva con larghissimo anticipo.
I bianconeri, molto probabilmente condizionati anche dalle pressioni di Mino Raiola, procuratore dell’ex 10 bianconero, hanno puntato su Blaise Matuidì, assistito guarda caso dallo stesso Raiola.
Il tira e molla è durato un mesetto circa, fin quando la Juventus, stanca di aspettare e delle bizze degli sceicchi, si è mossa altrove.
Brozovic, Luiz Gustavo e lo stesso Witsel i profili indicati.
Nonostante questi profili siano svaniti tutti, uno dopo l’altro, la società si sentiva tranquilla, conscia di avere il gradimento del giocatore belga col quale c’era già un accordo quadriennale a 4,5 milioni l’anno.
Ieri sera, termine ultimo del mercato, la trattativa pareva fatta da un momento all’altro, quando Mircea Lucescu, allenatore dello Zenit ha detto il no definitivo, a tre minuti dalla chiusura dei portoni del mercato, e l’affare è sfumato, provocando l’ira della dirigenza juventina e l’ironia su questa vicenda a dir poco grottesca.
Vicenda nella quale tutte le parti hanno perso qualcosa: la Juventus, che non ha trovato l’ultimo tassello del puzzle per rendere perfetta una squadra già fortissima. Lo Zenit, che a fine anno perderà il giocatore a parametro zero, giocatore che andrà alla Juve senza che la società russa non guadagni un euro.
E anche il giocatore ci perde, scontento di restare in Russia e già con le valigie pronte per gennaio.
Insomma un ultimo giorno scoppiettante.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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