Il ministro dell’Economia Giovanni Tria prova a ricucire il bandolo della matassa sul paese ormai bloccato da mesi senza una previsione certa di sviluppo sulle infrastrutture e si sbottona come non lo aveva mai fatto: “difficile andare avanti così. Pensate solo che il problema è la Tav. Certamente lo è, ma non il solo. In Italia è tutto bloccato e gli imprenditori sono molto preoccupati”. Il vertice pomeridiano dentro palazzo Chigi, dopo le elezioni in Sardegna, tra il premier Giuseppe Conte, i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia volge al termine e prima dei saluti di rito e fissare un nuovo appuntamento tra un paio di giorni per parlare di Tav, Tria descrive il contenuto di una cena a Milano della scorsa settimana alla quale il titolare di via XX Settembre ha preso parte incontrando quei «loro», a cui fa riferimento il ministro, che altro non sono che imprenditori e rappresentanti di associazioni di artigiani, industriali e commercianti che in coro ribadiscono: senza sviluppo si chiude e sicuramente anche il terzo trimestre parlerà di una crescita negativa.

Dunque il problema è serio, ci sono infatti pochi soldi per fare ripartire i cantieri e gli investimenti senza pensare di inserire una patrimoniale o un aumento dell’Iva su beni specifici nella legge di bilancio nonostante la contrarietà delle associazioni degli artigiani e dei commercianti. E lo si vede in Salvini che lascia Palazo Chigi volto in scuro nonostante i tentavi del premier pronto a smussare gli spigoli tra il ministro dell’economia e Di Maio.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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