Serata sportivamente drammatica quella che si vive a Cesena, vista la risposta negativa dell’Agenzia delle Entrate alla riduzione del debito che la Società ha cumulato (32 milioni) nei confronti dell’Erario, con le conseguenze che tutti temevamo, ma speravamo si potessero evitare.

Se ancora in mattinata si respirava un cauto ottimismo, e quindi si cercavano i mezzi finanziari che permettessero il pagamento degli stipendi di marzo/maggio, i versamenti erariali attinenti e la fidejussione per l’iscrizione al prossimo Campionato, tutto è crollato nel tardo pomeriggio, quando sono iniziate a trapelare le prime indiscrezioni negative, confermate poi dalla Società medesima, che ha provveduto altresì ad interrompere immediatamente la campagna abbonamenti.

Si cancella così una storia il cui primo capitolo è datato 21 aprile 1940? Davvero si vuole cancellare il calcio romagnolo, o perlomeno farlo sprofondare in un anonimato che ha il sapore di una piadina rancida? Certo, si parla “solo” di calcio e quindi il discorso è sportivo, al di là che lo si definisca drammatico o magari si usino termini meno forti, ma è sportiva l’eventuale perdita di quei fornitori che, spesso solo per amore, finiranno nella lista di creditori i quali, se saranno fortunati, raccoglieranno qualche foglietto di carta?

Certo, non ci sono solo loro in questo guazzabuglio, perché i soci vantano quasi certamente dei crediti e poi c’è il “lupo cattivo” Erario, ovvero tutti, ma proprio tutti noi, perché i soldi che non verranno incassati, alla fine, peseranno sulle nostre tasche! Semmai, quello che mi chiedo immancabilmente in questi casi è: ma non ci sono organi che devono controllare ed evitare che si arrivi a situazioni del genere? E cosa controllano se finisce che ci sono 32 milioni di tasse (detto in soldoni) non pagate?

Se ci guardiamo intorno, ogni giorno ci sono aziende che falliscono per molto meno ed a cui nessuno riduce debiti o li spalma in lustri e decenni, e quindi perché eventualmente dire si al Cesena e no a chi deve molto meno?

Chiedo scusa, sarò anche cinico, ma qualcuno questo debito lo ha fatto e c’è pure chi gli ha tenuto bordone, magari anche tra gli attuali soci, e chi ci rimette? Tutti salvo i colpevoli, anche perché magari sbaglio, ma mi pare che i processi siano stati fatti e nessuno sia stato condannato e quindi pagheremo noi, chi più chi meno, ma le tasche in cui metteranno mano saranno le nostre, non certo quelle di chi è stato così bravo da fregarci tutti!

La via del domani è piena di incognite e di domande che chissà se avranno risposte; questo sempre ammesso ci sia un domani, sempre ammesso che ci sia chi vuole raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, faticosamente, uno alla volta, sperando di riuscire a rivedere una luce che, se non ha portato Scudetti e Coppe, ha vissuto con una dignità ed una passione che qualcuno ha mandato letteralmente in fumo, camminando sopra una storia che meriterebbe ben altri protagonisti!

Ho già vissuto un fallimento, anzi a dire la verità i fallimenti sono stati due, anche se uno mascherato di quel falso “buonismo” che il nostro marcio calcio sa esprimere; devo ammettere che si vive (sempre sportivamente parlando) in una sorta di limbo da cui si vorrebbe fuggire velocemente, ma è come stare in una stanza senza uscite e non si fa altro che aspettare, ben sapendo che il finale è già scritto.

Cesena, la Romagna, i tifosi bianconeri, non meritano tutto questo, anche se una cosa nessuno riuscirà a portar loro via: LA DIGNITA’, ovvero quella cosa di cui certi personaggi, certi delinquenti, non hanno mai saputo e mai sapranno cosa sia!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Zangheri archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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