Le bellezze del Mare Mediterraneo sono molto più che a rischio: un dato su tutti dimostrerebbe come negli ultimi cinquant’anni il nostro mare avrebbe perso il 41% dei mammiferi marini e il 34% della quantità totale di pesce.
Nel dettaglio, la vita nell’Adriatico si è ridotta del 50%, mentre il calo è stato molto meno sensibile nello Ionio -8%. A riportare questi dati a dir poco sconvolgenti è stato il Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea; lo studio è stato poi pubblicato su Nature’s Scientific Reports.
Gli autori hanno precisato anche che l’ecosistema del Mediterraneo è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ai rifiuti marini e ad altre specie aliene invasive. Inoltre, a causa della sua conformazione, è molto facile che i limiti di una pesca sostenibile vengano superati. Il Centro di ricerche ha quindi pensato di mettere online un database pubblico, un vero e proprio punto di partenza per monitorare lo stato degli stock ittici nel Mediterraneo e nel Mar Nero.
Dopo la dichiarazione interministeriale MedFish4Ever, siglata a Malta la settimana scorsa, questa è una prima azione concreta che prevede la creazione di un database di riferimento per tutti i paesi che si affacciano sul bacino, per tenere sotto controllo la consistenza degli stock e intervenire in maniera immediata in caso di eccesso di pesca.