“Un errore di guida dell’equipaggio, anche se le conseguenze sono andate, per una tragica fatalità, aldilà anche delle pur severe misure di sicurezza adottate nel luogo del sinistro“; questo lo scarno comunicato rilasciato dagli organizzatori del Rally Legend di San Marino, dopo lo schianto della Renaul Clio Maxi numero 44, dell’equipaggio Bonaso-Palazzi, costato la vita ad una persona oltre al ferimento di altre otto, alcune molto gravi.

Poche parole, la fatalità e, come sempre, la conclusione più facile: errore umano, nonostante le severe misure di sicurezza! Ma è davvero così? Perché già a vedere le immagini laterali dell’incidente sorgono i primi pesanti dubbi; certamente c’è stato un errore dato che la strada era bagnata e la Clio non imposta neppure la curva, inserendosi direttamente nella via di fuga, ma se quella era una via di fuga, cosa ci faceva la gente e cosa ci faceva un trattore posizionato a pochissimi metri dalle ecoballe e dal percorso?
Sono un appassionato di rally ed ho deciso di assistere per la prima volta a quello che viene definito uno spettacolo esaltante, il Rally Legend, la cui fama travalica non solo i confini della piccola San Marino o italiani, con decine di migliaia di spettatori provenienti da tutta Europa e mi aspettavo oltre che di assistere ad un bello spettacolo, di vedere un’organizzazione ai massimi livelli.

Invece è andata diversamente e non relativamente allo spettacolo purtroppo, come dimostra il book fotografico che potete trovare in altra parte del giornale, con le foto dell’inviata Patrizia Ferro che, oltre ad alcuni incidenti ed al passaggio di qualche auto che qualche “colpetto” lo aveva già dato, certifica di un pubblico indisciplinato ed incurante anche delle più semplici misure di sicurezza.

Tutto ciò come chiama in causa l’organizzazione? Intanto con il posizionamento di un numero adeguato di commissari di percorso, con la loro preparazione specifica e con la dotazione degli strumenti necessari allo svolgimento dei loro compiti, cosa che nei tre giorni trascorsi a San Marino ho personalmente verificato essere di un’inadeguatezza incredibile.
Nella Prova Speciale “Le Tane” del primo pomeriggio di sabato 8, in un tratto di 5/600 metri (che si concludeva con una curva e due tornanti in sequenza) c’era un solo commissario, per giunta senza ricetrasmittente, ed in poco tempo il pubblico occupava postazioni pericolose strappando le bandelle ed i cartelli indicanti il pericolo, senza che nessuno, neppure i commissari transitati sul percorso prima dell’inizio gara, prendessero alcun provvedimento.
Stesso discorso la domenica lungo la PS “The Legend” che precedeva la “San Marino” ove si è verificato il tragico incidente; a non più di duecento metri da fine prova c’era un passaggio insidioso, con una svolta su una stradina laterale, ed anche qui le ecoballe erano posizionate vicinissime al percorso, con dietro oltre ad un commissario, non meno di una ventina di persone; un dritto, sempre possibile con bolidi che in alcuni casi superano i 200 cavalli, non deve diventare un tiro al booling per abbattere più birilli possibili!!!
Poche decine di metri oltre tale postazione, erano posizionati addirittura due commissari, privi di ricetrasmittente ma anche, clamorosamente, di qualunque informazione circa orari, passaggi ed anche del semplice elenco dei concorrenti in gara; con gli spettatori che transitavano e stazionavano a loro piacimento in zone estremamente pericolose senza alcun intervento di prevenzione.

Faccio parte di un’Associazione che si occupa di Rally storici e devo dire che nelle oltre dieci gare cui ho assistito nel corso dell’ultimo anno e mezzo, non ho mai visto una tale disorganizzazione ed una tale impreparazione da parte dei commissari; considerando che il morto ERA un commissario, con al seguito la compagna ed un figlio disabile in carrozzina, rimasti entrambi gravemente feriti!
Oltre a ciò, alle 13 di domenica (l’incidente è avvenuto pochi minuti prima delle 12 e la notizia è arrivata ad uno spettatore tramite sms) rientro al Village, dove agli ingressi non c’era più alcun controllo (per l’ingresso al Village occorreva pagare il biglietto) e dove, sino alle 15 (ora in cui sono partito per rientrare a casa), nessuna comunicazione è stata data al pubblico che affollava il luogo circa l’accaduto, la sospensione della gara e l’annullamento di ogni ulteriore avvenimento, premiazioni comprese; questo per parlare dell’organizzazione.

Tutto ciò detto, è sicuramente anche la fatalità la causa della tragedia, ma bisognerebbe sempre mettere in atto misure anche drastiche per evitare accadimenti come questi; invece troppo spesso si tralasciano le più elementari misure di sicurezza, o sarebbe meglio usare il termine “intelligenza” e “buonsenso”, salvo poi piangere i morti e scaricarsi la coscienza con facili sentenze di colpevolezza.

Le gare rallistiche sono belle e di grande fascino, ma vi corrono bolidi che oltre ad essere guidati da persone possono incorrere in problemi non solo meccanici, le cui conseguenze diventare fatali; perché allora non fare in modo di assistervi con la stessa passione, lo stesso entusiasmo, ma con la certezza che davvero solo l’imponderabile possa trasformarle in tragedia?

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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