Choc Fabrizio Miccoli, ed è una situazione che con il calcio c’entra poco o nulla: l’ex attaccante di Juventus e Palermo è stato condannato dal Tribunale siciliano, con rito abbreviato, a 3 anni e 6 mesi di reclusione per estorsione aggravata.
I fatti risalgono a qualche anno fa e a un debito contratto dall’imprenditore Andrea Graffagnini nei confronti di Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo che aveva conosciuto Miccoli proprio in rosanero: questi si riteneva creditore di 20000 euro in relazione alla gestione della discoteca ‘Paparazzi’ di Isola delle Femmine.
L’ex bianconero, secondo il Tribunale, si è avvalso di metodi mafiosi per estorcere il denaro a Graffagnini: si è infatti servito di Mauro Lauricella, figlio di un boss locale, Antonio, detto Ù Scintilluni, perché i 20000 euro fossero ridati all’amico.
La sentenza era prevista per la giornata odierna ed è particolarmente pesante per Miccoli, che rischiava fino a 4 anni di reclusione. Lauricella, invece, è stato condannato a un anno: il reato è stato derubricato in violenza privata.
I primi contatti tra Miccoli e Lauricella jr. erano venuti alla luce nel 2013, quando in un’intercettazione era stata infangata la memoria del giudice Giovanni Falcone: “Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone”, diceva il calciatore, poi scusatosi pubblicamente.
“Siamo sconcertati. L’esecutore materiale è stato assolto e Miccoli è stato condannato” dicono gli avvocati dell’ex giocatore, Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini, che avevano chiesto l’assoluzione.
I due legali ribadiscono che “le frasi su Falcone hanno avuto una grande eco mediatica: Miccoli ha smesso di giocare, pagando già abbastanza” e annunciano: “Dopo aver letto le motivazioni faremo ricorso”.