Era dal 1959 che non accadeva, ma l’anno che si è appena concluso ha registrato una forte deflazione.

Come riferito dall’Istat, i prezzi al consumo in media d’anno sono scesi dello 0,1%. L’inflazione di fondo è rimasta invece positiva (+0,5%), pur rallentando la crescita dal +0,7% del 2015.

Per quanto riguarda invece il mese di dicembre, i prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi) sono aumentati dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di dicembre 2015.

A detta dell’ufficio Nazionale di Statistica, la ripresa dell’inflazione è legata alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,6%), degli energetici non regolamentati (+2,4%) e degli alimentari non lavorati (+1,8%).

In merito al ritorno del nostro Paese in deflazione, le varie associazioni dei consumatori hanno espresso tutta la loro preoccupazione. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi, ha commentato: “La frenata dei prezzi al dettaglio nel 2016 è il frutto del crollo record dei consumi registrato in Italia negli ultimi anni. L’attesa ripartenza della spesa da parte delle famiglie non si è verificata, e complessivamente negli ultimi 8 anni i consumi degli italiani sono calati di ben 80 miliardi di euro. Come se ogni nucleo familiare avesse ridotto gli acquisti per 3.333 euro dalla crisi economica ad oggi. Numeri che hanno avuto effetti diretti su prezzi e listini, con una variazione negativa dello 0,1% su base annua. A nulla è servita la ripartenza dell’inflazione a dicembre, con i prezzi in crescita del +0,5%, perché il balzo dei prezzi nell`ultimo mese dell`anno è da attribuire unicamente al caro-benzina, con i distributori di carburanti che hanno fortemente rincarato i listini determinando aumenti in tutti i settori”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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