Inter's Romelu Lukaku reacts during the Italian Serie A soccer match FC Inter vs Parma Calcio at the Giuseppe Meazza stadium in Milan, Italy, 26 October 2019. ANSA/ROBERTO BREGANI

Un pizzico di follia nel DNA dei neroazzurri resta nonostante la cura Conte: una follia che impedisce all’Inter di sorpassare la Juventus. Un Parma belligerante in rimonta riesce a fermare i nerazzurri a San Siro per 2-2. Prima il vantaggio di Candreva, poi due gol di Karamoh e Gervinho. Lukaku pareggia con una assegnazione sofferta da parte della Var. Stanchezza e assenze, poca lucidità e un attacco che fa fatica con Lautaro inceppato e Lukaku non del tutto in forma. Smagliature anche in difesa in un sabato amaro per l’Inter di Conte che non ha saputo approfittare del mezzo passo falso dei bianconeri a Lecce. Affanni e paure davanti al caloroso pubblico di casa per l’Inter che non ha ancora quella maturità e quella stabilità chieste dal suo allenatore. Il passo non è ancora da grande squadra anche se ci sono cuore e grinta, capacità di soffrire e voglia di reagire con caparbietà fino all’ultimo secondo. Resta un punto di differenza ma quello che rimane e’ la delusione per un’occasione sciupata. E’ un’Inter a due facce quella che non va oltre il pari contro il Parma. Nel primo tempo i nerazzurri sono irriconoscibili, sbagliano troppo, soprattutto in fase d’impostazione. Tradisce Brozovic colpevole in entrambi gol degli emiliani. Errori anche per Barella, pur sempre generoso.

Conte, sono preoccupato e parlerò con società – Rosa ai minimi termini, Esposito panacea di tutti i mali, mani sugli occhi e segni della croce: Antonio Conte è un fiume in piena dopo il pari dell’Inter contro il Parma, un 2-2 che, oltre a negare il sorpasso sulla Juventus fermata dal Lecce, mette in luce tutti i problemi di una panchina troppo corta e di una squadra non costruita per gestire da protagonista due competizioni come Champions e Campionato. Conte ammette che la sfida contro gli emiliani non è stata ben giocata nel primo tempo ”il peggiore della mia gestione”, spiega in conferenza. Ma non può recriminare nulla ai suoi giocatori: ”Posso dire poco ai ragazzi, è la terza partita e stanno giocando bene o male gli stessi, per questo motivo non sono sereno. Diventa difficile fare Champions e campionato con una rosa ridotta ai minimi termini. Dobbiamo fare delle valutazioni insieme alla società e capire dove fare meglio. Sono preoccupato. Siamo solo alla terza partita e ne avremo altre quattro. Il rischio infortuni è alto e una società gloriosa come l’Inter non può permettersi solo di partecipare”.
L’allenatore parla di una diversa pianificazione in vista della prossima stagione. Perché questa squadra non è attrezzata per lottare per lo scudetto: ”Quando sento certi discorsi – dice – mi vengono i peli dritti”. Non è, a suo dire, un dito puntato contro la società. Ma la gestione del mercato non lo sta convincendo ora che sono passati pochi mesi dall’inizio della stagione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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