L’incredibile partita di super Coppa Italiana è finita come pochi si aspettavano.
La Juventus ha perso, anzi stra perso, consapevole nei suoi uomini e nel suo allenatore, di aver fatto una prestazione largamente al di sotto delle possibilità.

Meriti della Lazio e della sua sfavillante partita o demeriti bianconeri?
Forse entrambe le cose.

Di sicuro c’è che i biancocelesti hanno disputato una gara magnifica, stra meritando la vittoria finale, e soprattutto senza due big della scorsa stagione. Keità il primo, che Inzaghi ha giustamente deciso, per motivi societari di non convocare, e Felipe Anderson, il secondo alle prese con guai fisici e che si è goduto lo spettacolo della sua squadra dalla panchina.
Lazio compatta, ordinata, con Lucas Leiva che è già entrato nel cuore dei tifosi, mostrando tutta la sua forza, sconosciuta solo a pochi.
Milinkovic è stato e sarà il vero trascinatore del centrocampo, un colosso con centimetri e tecnica, altro che i giocatori ricercati dalla Juve come Matic, questo serbo è davvero un fenomeno.
Poi Immobile, solita grande gara con tanta corsa e brillantezza.
Doppietta per lui e tutti a casa. Fino ad arrivare a Murgia, giovane prodotto del vivaio Lazio, eroe per una notte con il gol decisivo del 3 a 2 che nessun tifoso dell’Aquila nella capitale dimenticherà mai.

Dall’altra parte una Juventus semplicemente irriconoscibile, che ha giocato solo per 25 minuti, per poi sparire in balia degli avversari. I primi 10 con Cuadrado vicinissimo al gol, negatogli da una paratona del portiere avversario.
Poi gli ultimi 15 di partita con Dybala, fin lì oggetto misterioso che decide di far vedere qualche numero dei suoi con una punizione magistrale e un rigore quello del due a due, perfetto, ma inutile.

Ecco quindi emergere a galla i problemi di questa squadra, simile ma molto diversa da quella dello scorso anno.
La struttura è quella; eppure perchè ieri sera, le uniche occasioni in cui i bianconeri si sono resi davvero pericolosi, occasione di Cuadrado a parte, sono stati i calci piazzati? Questo è avvenuto almeno fino all’ingresso di Douglas Costa, unico giocatore juventino a salvarsi insieme a Buffon.

L’esterno brasiliano ha cambiato la partita mettendo in difficoltà la Lazio e riuscendo a piazzare qualche cross per Higuain: già il Pipita, che come al solito nelle partite importanti, anzi decisive, si eclissa e non riesce mai a essere decisivo. Poco importa se è stato servito pochissimo e maluccio, perchè anche lui ci ha messo del suo.
Sabato c è il Cagliari e una sua rete o doppietta fa sempre dimenticare ai tifosi questo fatto tanto incomprensibile, quanto fondamentale.

Altre ombre non indifferenti sono arrivate dalla difesa: erroracci clamorosi da parte di tutti: Alex Sandro, Benatia, Chiellini e soprattutto Barzagli, dimostrano che questa squadra ha bisogno di un immediato intervento in difesa serve un ulteriore acquisto. De Sciglio non è al massimo e si è visto quando al 93esimo si è fatto bruciare in velocità da Lukaku.

Per non parlare poi dei nuovi innesti: a parte di Costa di cui si è gia parlato, De Sciglio non può da subentrato e quindi fresco, farsi superare in velocità da un avversario, partito pure lui dalla panchina, perchè ciò indica o una scarsa condizione fisica, o peggio un problema nella mentalità del giocatore.
Soprattutto di Bernardeschi , pagato una bella cifretta e che avrebbe dovuto fare la differenza, come il suo collega sula fascia opposta, e invece non si è quasi mai fatto notare.

Alla fine trionfa dunque la Lazio che inizia la stagione come meglio non potrebbe, alzando un trofeo e poco importa se probabilmente sul mercato perderà uno o due pezzi da novanta; l’obbiettivo di riconfermarsi come squadra davvero compatta e che darà filo da torcere a chiunque, è partita nel migliore dei modi.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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