Troppi elogi a volte fanno male, specie quando gli si crede senza porsi dei dubbi.

Non so se questo è successo al Cesena, andato a Carpi forse troppo sicuro di se stesso e tornato a casa con quattro pere sul groppone; so però, o almeno me lo auguro, che di solito certe “sveglie” tendono a fare bene, perché riportano sulla terra e lasciano insegnamenti di cui quelli intelligenti fanno tesoro.

Il Cesena, sino a domenica mattina, di elogi ne ha ricevuto tanti, magari troppi, e può essere si sia un tantino crogiolato su queste illusioni di mezza estate, salvo svegliarsi, il pomeriggio, in mezzo al temporale che al Cabassi è piovuto sulla testa del Cavalluccio; il Carpi non è il Milan, ma forse dopo Udine ci si è accorti che a volte persino le lumache battono le lepri in velocità e quindi, fidarsi è bene ma …. è sempre meglio non farlo!

Certo ci si attendeva altro da questo esordio di campionato, ma bisogna anche tener conto, pur al netto del mercato, che solo tre mesi fa tra Carpi e Cesena c’erano due categorie, cosa che non si azzera solo per i risultati finali della stagione precedente; oltre al fatto che gli alti e bassi sono la norma ad agosto, quando la condizione non è ancora ottimale ed i meccanismi tutto salvo che oliati a dovere. 

Certo la cosa vale per tutti e non solo per il Cesena; lo valeva per il Carpi e lo vale per la Vis Pesaro che lunedì sera sarà di scena al Manuzzi, sconfitta anch’essa nella giornata inaugurale ed anch’essa attesa ad una risposta ai perché immancabili quando si cade.

I pesaresi sono alla seconda stagione in C dopo tante categorie minori e cambi di denominazione; arrivano, come appena detto, da una sconfitta interna contro il quotato Sudtirol e non dovrebbero essere ostacolo insormontabile, sempre se Carpi è servito da insegnamento e se il 3-1 di Coppa Italia, alla stessa Vis Pesaro, viene usato nella misura in cui basta per conoscere già l’avversario, ma azzerando il resto.

Non ho dubbi che mister Modesto voglia dai suoi, così come da se stesso, un immediato riscatto, perché la botta è stata dura e nessuno è esente da colpe, l’allenatore in primis; un 1-4 fa male e lo fa ancor di più quando si pensava a tutt’altro esordio, però è anche giusto non abbattersi troppo, ma proseguire il proprio cammino che, in fin dei conti, è appena all’inizio.

Faccio un paragone, perché il Cesena visto a Carpi mi è sembrato il Torino del giovedì di Coppa; troppa differenza (a mio modesto parere) tra un ronzino ed una Cavalluccio vero, così come tra il Torino ed il Toro; magari sbaglio e mi aspetto troppo, ma sono convinto che entrambi valgono molto più di certe brutte apparizioni; non sempre è non tutti saranno da ampia sufficienza, ma non sempre quasi tutti sono da cinque!

Il Cesena chiama ed il Manuzzi risponderà sicuramente con il solito calore ed entusiasmo, certo che questa volta sarà Cavalluccio e non ronzino.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui