L’Italia del pallone è nel pallone! Che novità dirà certamente qualcuno, visto che il calcio nazionale ce ne ha già fatte vedere di tutti i colori e non passa giorno, e decisione, che altre se ne aggiungano!

“Stiamo lavorando ed agendo con la massima consapevolezza, per il bene del Paese”, questo quanto afferma il Presidente Federale, Gravina, relativamente alle decisioni prese nelle ultime due settimane sui campionati, peccato solo che le decisioni sono diverse da un torneo all’altro, quasi che A, B, C e persino la Serie D, siano effettivamente realtà che nulla hanno da spartire tra di loro, dato che c’è davvero poco di sensato nel decidere cose diverse a seconda di chi è coinvolto.

Ovvio che così facendo si mettono sempre più in evidenza gli aspetti di un mondo dove c’è chi fa debiti a valanga e chi invece “deve” sottostare a decisioni disomogenee, giusto per usare una definizione “carina”; che poi siano in pochi ad esprimere un parere nettamente contrario, alla fine non è che un’altra delle facce di un mondo omertoso e succube di un potere che fa stare bene quelli che si adeguano, replica di quelli che sono i comportamenti tipici della mafia, e qui non ci saranno i morti ammazzati, ma una retrocessione costa tanto ed è meglio, spesso e più o meno volentieri, far finta di niente e tirare avanti.

Qualcuno però è naturale parli e le parole di Fabio Liverani, uno che è nel calcio da quando ha imparato a camminare, ma non solo le sue, suonano come la solita stonatura di chi tenta di far vincere la giustizia, tanto poi chi le ascolta?

I tifosi?
L’oggetto del contendere sono, manco a dirlo, le decisioni prese nelle ultime due settimane circa lo svolgimento dei vari campionati, con partite rinviate, altre giocate a porte chiuse, altre che si sono svolte regolarmente, anche se nelle regioni maggiormente colpite dal Coronavirus; questo è il nostro calcio, ma questo è l’Italia, dove le decisioni vengono rimandate più e più volte, dove ci si riunisce all’infinito per dare l’idea che si stia lavorando e dove immancabilmente la soluzione è peggio del male stesso.

Torniamo indietro di una settimana, da dove tutto ha inizio e dove il sabato si gioca regolarmente dappertutto, in qualunque serie ed in qualunque regione, salvo ad Ascoli, dov’è di scena la Cremonese, e dove il Prefetto decide il rinvio appena poche ore prima del fischio d’inizio; la domenica invece inizia il barnum, con alcune eccezioni, perché si sta fermi a Bergamo e Verona, così come a Torino, dove però alle 12 il basket va in campo, dato che la decisione di fermare tutto (in Piemonte) è arrivata pochi minuti prima.
Dunque non si gioca Torino-Parma delle 15,00, ma alla stessa ora, ad Alessandria (stessa Regione e 70 chilometri circa di distanza) va regolarmente in onda Juve U23-Pianese, Serie C, Girone A, mentre nel medesimo Girone non si giocano, tra Lombardia e Piemonte, due partite ed il posticipo del lunedì; tutto a posto dunque? E no, perché prima uno e poi altri calciatori della Pianese vengono ricoverati nei giorni seguenti, contagiati dal COVID-19, con tutte le conseguenze del caso.

Che fare dunque nel fine settimana a cavallo tra febbraio e marzo? Intanto il mercoledì la Juventus gioca in Champions a Lione, con tifosi regolarmente al seguito, mentre giovedì, Inter-Lugodorets di Coppa Uefa si gioca a porte chiuse, anche perché i nerazzurri già dovranno recuperare l’incontro con la Sampdoria e se proseguiranno il loro cammino sia in Uefa che in Coppa Italia, bisognerà trovare una data libera, cosa che è più difficile che l’andare sulla Luna, ma così vanno le cose.

Dicevamo dunque di un fine settimana dove ci attende la madre di tutte le sfide, ovvero Juventus-Inter, le grandi nemiche, ma anche altre sfide mica da ridere che coinvolgono qualificazione europea e retrocessione; problemi enormi quindi, che danno il via a giorni in cui ad ogni ora si prevede una decisione diversa, con il giocare a porte chiuse che pare il male minore, anche per non intasare ulteriormente un calendario dove davvero non c’è più spazio per nulla.

Si pensa, si studia, ci si riunisce e viene fuori naturalmente che rinviare darebbe un’immagine pessima del nostro calcio e del nostro Paese, già inviso da tutti in quanto considerato “untore” come e persino più della Cina; ma emerge anche un altro problema, cioè quello dei rimborsi ai tifosi di biglietti e quote abbonamento, cosa pericolosa assai e che coinvolge almeno dieci delle Società di Serie A, già nel mirino dell’Antitrust proprio per lo stesso motivo.

Qui il problema è serio, perché si parla di soldi, tanti, e con in mezzo (guarda caso) Società con bilanci già traballanti e debiti enormi, e pensare a quello che dovrebbe essere l’entità della cifra da sborsare da parte della Juve (29.300 abbonati, con cifre tra i 650 ed i 1.355 euro, da rimborsare pro quota ovviamente, cui vanno aggiunti i biglietti venduti) è qualcosa di poco fattibile indubbiamente ….
Così, per non rovinare ulteriormente l’immagine del nostro “immacolato” calcio si prendono queste decisioni, a salire:

Serie D – rinvio di tutte le partite dei Gironi A, B, C, D, mentre si gioca regolarmente in tutti gli altri Gironi.

Serie C – rinvio delle partite dei Gironi A e B, mentre si gioca regolarmente nel C.

Serie B – Si gioca dappertutto ma a Chiavari, Cittadella, Venezia e Verona, a porte chiuse.

Serie A – rinviata Udinese-Fiorentina, anticipo del sabato (decisione arrivata alle 13 del sabato medesimo e partita in programma per le 18,00), giorno in cui vanno regolarmente in onda Lazio-Bologna e Napoli-Torino, con i tifosi ospiti che possono tranquillamente andare in trasferta; per gli incontri della domenica si va in campo per Lecce-Atalanta e Cagliari-Roma (con tifosi presenti in entrambe le trasferte), mentre vengono rinviate Juventus-Inter, Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia ed al momento di scrivere, ancora non si sa se si giocherà il posticipo del lunedì tra Sampdoria e Verona.

Dunque, tutto regolare? Tutto omogeneo e tutto rispondente alle necessità di preservare le persone dal virus e che sia assicurata la regolarità del Campionato? Questo considerando che le partite di Serie A verranno recuperate il 13 maggio, con la fine del medesimo prevista, salvo errori ed omissioni, per il 24 maggio! E fortuna che si voleva preservare l’immagine del nostro calcio e del nostro Paese!

Da cosa se poi quelli che ci mettono in ridicolo nei confronti di tutto il Mondo siamo noi in primis? Ma d’altra parte si fa quel che si vuole da parte delle Regioni, e volete che non succeda nelle Leghe del pallone?
Chiudo con un elenco, quello di chi e come rimborsa e chi no, in Serie A:
NON RIMBORSANO: Atalanta, Brescia, Genoa, Inter, Juventus, Lecce, Roma, Sampdoria, Spal, Udinese.
RIMBORSANO: Bologna, Parma, Torino, Fiorentina.

Il Milan rimborsa nel caso in cui il rinvio sia superiore alla settimana, e nel caso della partita con il Genoa, la Società aveva già deciso di rimborsare in ogni caso i tifosi.

La Lazio rimborsa con il biglietto di una partita successiva.

il Napoli rimborsa solo nel caso la partita non venga disputata.

Il Cagliari, che è tra le Società che non rimborsano, ma nel caso di rinvio della partita contro la Roma aveva già predisposto il rimborso del biglietto.

Sassuolo e Verona, infine, rimborsano il biglietto ma non la quota abbonamento.

Qualcuno faccia due conti e tenga conto che le varie Associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, pronte a chiedere non solo il rimborso, ma anche i danni ad un pallone dove i pesi e le misure magari fossero solo due!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Marco Iorio Roma

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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