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Il 25 aprile si festeggia la Liberazione dell’ Italia dalla dominazione nazi-fascista. Quest’ anno sarà il 70′ anniversario, ma come accade ormai sempre più spesso, oltre al giorno indicato dal calendario, in Italia questa ricorrenza non è mai entrata (come avrebbe potuto e dovuto), nel cuore degli italiani. Non si capisce il perchè di questo atteggiamento così freddo da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni. Sì, della Liberazione se ne parla e se n’è parlato in questi 70 anni di storia italiana, ma mai in maniera approfondita e soprattutto elogiando tutte quelle persone che sono morte sotto i colpi dei mitra tedeschi e dei fascisti, per garantirci la libertà di cui oggi non possiamo fare a meno. Qualche statua, qualche piazza e via portano il nome della ‘Liberazione’ e dei suoi martiri. Alla tv passano film che trattano queste vicende e si organizzano eventi che hanno come tema la Libertà, ma nessuno conosce, veramente, l’importanza di questa data. Il 25 aprile del 1945 l’ Italia è rinata dalle ceneri come l’ araba fenice. 70 anni fa l’ Italia era sull’ orlo del precipizio e per poco non ci è caduta dentro. La penisola italica ha sempre dovuto fare i conti con le dominazioni straniere e sembrava che con l’ Unità d’ Italia, avesse girato pagina per sempre. Ma, nessuno si poteva immaginare che quasi un secolo dopo, la nostra amata patria avrebbe rischiato di caderci, di nuovo, dentro con tutte le scarpe. La feroce dittatura fascista messa in piedi da Mussolini e le sue scelte scriteriate in ambito di alleanze, hanno distrutto quasi completamente il nostro orgoglio di essere italiani e il nostro modo di vivere. La guerra poi ha fatto il resto e non poteva essere altrimenti. Ma, fortunatamente, alcuni uomini presero in mano la situazione e invece di scappare impauriti, si organizzarono, combattendo uniti il comune nemico: la dittatura. Quegli uomini coraggiosi si chiamavano partigiani. E’ solamente per il loro eroico ma tragico sacrifico che, oggi, possiamo mangiare pane e libertà. Questo non dovremmo dimenticarlo mai. La triste realtà, invece è che, c’è lo siamo dimenticati tutti, quello che hanno fatti i nostri nonni e bisnonni. Tutto quello che hanno dovuto affrontare per difendere la patria in cui loro sono nati, in cui noi siamo nati e in cui continueremo a nascere e vivere. Se noi non riusciamo a capire tutto quello che c’è stato dietro alla Liberazione, non comprenderemo mai quanto siamo stati fortunati a poter vivere, oggi nel 2015, in una società democratica e libera. Al giorno d’ oggi sembra tutto scontato e privo di significato: la libertà, la felicità, l’amore, i soldi, il cibo, l’acqua ci appartengono di diritto. Questo diritto che andiamo sbandierando tutti i giorni, come se fosse un costoso orologio, è stato conquistato con il sangue dei partigiani e per questo dovrebbe essere ricordato, non solo il 25 Aprile, ma ogni singolo giorno della nostra intera esistenza. Pensiamo a chi vive nella miseria e deve fare i conti con la guerra. Pensiamo a coloro che non hanno mai avuto nessun diritto, nemmeno quello di respirare. Pensiamo a chi ha creduto fortemente in un ideale e ha fatto di tutto per tramutarlo in realtà , sacrificando tutto se stesso. Pensiamo alla nostra vita, alla vita di tutti quelli che ci sono cari. Secondo voi, abbiamo omaggiato in maniera dignitosa coloro che sono morti per la nostra libertà individuale? Secondo me no, ma siamo ancora in tempo per poter rimediare e rimettere le cose a posto.

Editorialista Nicola Luccarelli – Fotolia

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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